L’odierna crisi della sessualità espone noi tutti al ripensamento di un qualcosa che oggi abbiamo voluto relegare all’emotivo anzichè al sentimento.
L’odierna crisi della sessualità deriva da molti aspetti. Cercando un “padre” allo sbandamento della sessualità in epoca contemporanea, certamente la globalizzazione ha la sua responsabilità. La precarietà lavorativa, introdotta in Occidente dall’evento globalizzato, è stata trasferita, pari-pari in quella affettiva. Ne sono prova quel 42% di divorzi e il 60% di abbandoni nelle coppie non coniugate. Precarietà in amore significa spaccare le famiglie, “immettendo sul mercato delle relazioni affettive delle generazioni a venire” figli “incazzati”. Peggio di così non si poteva fare!
Da cosa è rilevazione l’odierna crisi della sessualità? Oltre alle già citate separazioni e abbandoni, non basta sapere che addirittura il premio Nobel per la letteratura è stato rinviato per fatti di sessualità disordinata? Non basta, potremmo anche analizzare la violenza di genere che viene coltivata da entrambi nella coppia. Certamente sono violente le donne sugli uomini e viceversa. In realtà dovremmo dire che le giovani ragazze hanno perso il controllo e dominio sul maschio che già era delle loro nonne. Entrando nel dettaglio su l’odierna crisi della sessualità è necessario puntualizzare altri aspetti.
Perchè non focalizzare quell’errore per cui si è forzatamente voluto confondere l’omosessualità con i diritti civili? Com’è stato possibile far passare un messaggio così sciocco? L’omosessualità resta ed è una patologia del comportamento sessuale dell’essere umano. Tradotto in termini più semplici è una malattia del comportamento. La cura a questo morbo non è “sessuale” in quanto la sessualità è solo un effetto esteriore di una personalità danneggiata più profondamente.
La riflessione sull’infelice binomio diritti civili – omosessualità è solo un dettaglio sullo sfondo. Certamente non può essere taciuto l’uso-abuso del web e del social, che di fatto si può sintetizzare in pornografia pratica. Il tutto, ovvero il web, solo per giustificare un abuso di commercializzazione?
Qualcosa non quadra e l’odierna crisi della sessualità esprime un bisogno di sesso sganciato dalla mente e dei sentimenti: qualcosa di ridotto allo stato minore dell’umanità. Serve un privato quanto personale ripensamento per un abuso commesso da noi tutti.
Abbiamo esagerato.