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L’immigrato di 30 anni fa era culturamente integrabile

by Giovanni Carlini
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L’immigrato di 30 anni fa era culturamente integrabile.

L’immigrato di 30 anni era considerabile integrabile in termini culturali a differenza di quello di oggi. Cosa è accaduto? Lo spiega bene Pierre Bourdieu nel suo testo, La distinzione, pubblicato nel 1979 a pagina 158.

La questione è “semplice”. Il sistema scolastico “dei nostri tempi” stabilì le differenze sociali. Riuscì a spiegare (creando frattura sociale) il posto nella società delle genti. Antipatico quanto si voglia, ma le persone impararono da bimbi come interfacciarsi nella società.

Da 30 anni a questa parte, la scuola ha dato l’idea che tutti possano fare tutto. La formazione permanente ha permesso di posticipare “un giudizio” sulla persona in perpetua crescita. Infatti questo sarebbe “bello” se avesse condotto gli studenti a studiare con continuità. Putroppo ciò non è accaduto.

Questo sistema “aperto” ha portato all’immigrazione di oggi come atto d’invasione culturale. L’immigrato attuale è diverso da quello di 30 anni fa. Oggi è invasione senza compatibilità culturale quanto ieri fu invece integrazione.

L’immigrato di 30 anni fa puntò sulle cose da fare, ponti, autostrade, case, scuole. La religione fu un aspetto dell’intimità delle persone, un bagaglio personale per arricchire le rispettive vite. L’immigrato d’oggi è invece quello che ti dichiara infedele e pretende “ospitalità”, camuffandola con l’invasione.

Da qui la reazione ostile dell’Occidente, quindi Brexit e Trump tanto per iniziare. La prossima realtà a rimetterci la faccia non può che essere l’Unione Europea.  Certo sono punti di vista. Tornando al tema di fondo, va osservato come sia mutata la natura stessa dell’immigrazione negli ultimi decenni. Ovviamente tutto cambia, è vero, e in ciò muta anche la disponibilità all’accoglienza.

Si sta aprendo una nuova fase di negatività verso l’immigrazione. Non poteva essere diversamente. Cambiando lo stile e la forma comportamentale dell’immigrato, ne consegue anche una reazione nella comunità d’accoglienza. Solo pensare che alcuni quartieri di Londra vorrebbe applicare la legge islamica, produce un’immediata idea d’espulsione. Oggi alcune religioni sono motivo per tornare ad uccidere riportandoci al tempo delle crociate.

Infatti l’Islam dorme un sonno culturale che lo distacca dall’Occidente di ben 500 anni. In queste condizioni è bene che ognuno resti a casa sua.

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