Licenziare quel docente, rettore o preside che non rispetta, spiega e aiuta nell’assimilazione al nostro modo e stile di vita le minoranze. Il caso specifico s’è verificato quest’anno, 2024, per cui alcuni “docenti-presidi-insegnanti” hanno favorito, chiesto e attuato la chiusura delle attività didattiche per una festività estranea alla nostra cultura nazionale.
Questo personale statale va allontanato dall’incarico per aver tradito la missione formativa insita nel contratto di lavoro.
Che cosa vuol dire missione formativa, sapendo che pochi docenti hanno le idee chiare sul concetto.
Il Ministero nomina un docente a cui riconosce libertà d’insegnamento nel solco di una visione culturale ben precisa.
Noi siamo in Occidente e occidentali. Il docente deve spiegare e insegnare la nostra cultura e in questo integrare chi non vi appartiene, ma si trova all’interno del sistema formativo occidentale.
Va notato che l’immigrato ha lasciato il suo paese per stare nel nostro quindi c’è stata una scelta, un’elezione che dev’essere valorizzata. Non chiediamo si cancellino le loro radici culturale, ma che s’integrino!
Chiudere un’Ente formativo perchè una parte degli allievi è di un certo tipo di fede vuol dire:
a) creare una discriminazione per chi non è di quella fede religiosa;
b) tradire l’assetto culturale di riferimento che in questo caso è sia Occidentale sia italiano;
c) indurre a una totale confusione nell’allievo la cui presenza è sovrastimata rispetto al giusto valore d’integrazione che gli si deve. Lo studente straniero, anche se in transito, resta un ospite. Quegli allievi che hanno scelto di vivere con noi, devono essere educati ad integrarsi con il nostro stile di vita, valori e concetti, compreso il Natale. Chi non vuole adeguarsi può mantenere la sua fede religiosa, ma non ostacolare la nostra ed adeguarsi ai nostri orari, giorni del calendario e stile di vita, pur rivolgendosi ai suoi credi. In caso contrario l’espulsione corrisponde ad un atto di civiltà.