L’esercito che vorremmo in un’epoca dove abbiamo riscoperto la guerra quale realtà concreta di scontro. Sciocco colui che ha incautamente relegato lo scontro armato al passato, questo è riemerso con tutta la sua energia. Il ritorno della guerra nella storia Occidentale è una realtà con la quale fare i conti.
Ovviamente il riferimento è al conflitto russo-ucraino in atto, ma la base del ragionamento, qui espresso, parte dagli spunti di Luraghi sulla Guerra Civile americana già più volte discussi.
Recentemente è stato pubblicato tra queste pagine uno studio dal titolo: Sviluppo dell’ esercito tra il 700 e l’800. In quella ricerca sono enucleati 2 modelli: quello francese e prussiano.
Ebbene, riportando tale semplificazione al teatro d’operazioni in ambito di guerra civile, i confederati (sudisti) sono equiparabili ai francesi mentre i nordisti ai prussiani.
Anche oggi, lo stesso paragone non tradisce. L’esercito russo sarebbe quello prussiano e l’ucraino ricalca il modello francese.
Con la differenza che nella guerra civile vinse il modello prussiano, mentre oggi prevale l’esercito alla “francese”. Questo per spiegare che non esiste un modello che vince sempre, ma dipende dal singolo contesto e dalle condizioni socio politiche del momento.
Luraghi scrive a pagina 267: come ogni popolo ha i governanti che si merita (mamma mia se applicato all’Italia pensando al Mattarella, il Conte e Renzi; che brividi!) così ogni comunità esprime i soldati, i generali e il tipo di guerra che più gli sono congeniali; ed ogni tipo di società fa il suo tipo di guerra.
Ancora a pagina 266, scrive sempre Luraghi: Quello unionista era più perseverante, più ligio alla disciplina, più adatto a sopportare la buona e l’avversa fortuna senza abbattersi né esaltarsi (aggiungiamo noi ecco il potere della disciplina) (..) quello confederato più recalcitrante, disordinato e pittoresco, più ricco di fiere individualità, più facile ad esaltarsi e deprimersi. (..) l’esercito confederato era più simile a quello francese e il federale al prussiano.