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L’ecologia paga in un garden a livello di attrattiva?

by Giovanni Carlini
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Se questo è un garden ed il prezzo per entrarci è di 3 dollari, ben venga

di Giovanni Carlini

Il garden numero 9 nel percorso “Discover Rural Gardens” organizzato per singolo tema tra operatori consociati nella parte settentrionale dell’Ontario, in Canada, ha voluto alzare la soglia di interesse dei clienti sull’ecologia e metodo di coltivazione in risparmio energetico.

Vuol dire:

a) utilizzare delle reti di protezione solare, applicate sulle colture, tali da ridurre il bisogno di acqua del 40%. La rete ha una capacità di filtraggio dei raggi solari e del conseguente calore dell’80%.

b) pompare dalla falda acquifera acqua da far decantare e riscaldare per 24 ore in otri da 4.000 galloni ed innaffiare senza dare sbalzo termico alle piante che, in certe condizioni, favorisce la presenza di parassiti, ma anche permette un più rapido sviluppo della pianta, in genere del 8% più accelerato;

c) interrare direttamente il vaso al fine di mantenere una costanza termica nella crescita della pianta; (a conti fatti lo sviluppo della pianta viene accelerato del 37% rispetto al vaso non interrato e richiede, anche in questo caso, minor acqua in una misura del 25% in meno rispetto al diretto interramento o al solo essere custodita dentro un vaso)

d) l’utilizzo di pneumatici da camion o autovettura, quali contenitori circolari per l’invaso, assicurandosi di coprire la parte inferiore con un foglio di plexiglass per il ristagno di umidità nella terra per il rapido sviluppo della pianta. In Canada è molto sentito, come problema, l’accatastamento di grandi quantità di pneumatici usati, non riciclabili, anzi, idonei ad offrire una culla di produzione per zanzare. Il riciclo di questo materiale, soprattutto se in ambito di arredo a verde, coglie al cuore il senso ecologico del canadese medio e quindi è motivo d’attenzione e di successo. Sarebbe come dire che a Napoli i garden ed i coltivatori utilizzassero immondizia come concime per produrre piante, ortaggi e pomodori.

Il visitatore, oltre a versare 3 dollari per poter osservare l’area di produzione del garden con gli accorgimenti appena descritti, conta anche su brevi corsi di lavorazione del legno scolpendo immagini e totem augurali. Non solo, ma l’area garden si integra con la parte commerciale (un tendone a cupola coperto da un telo di plastica garantito per 6 anni, ma che grazie alla protezione solare, può estendere la sua funzionalità per un periodo notevolmente più lungo) e l’abitazione dei proprietari costruita seguendo tutti i canoni di risparmio energetico oggi esistenti e sperimentali. In pratica il garden è parte di una fattoria ecologica, che si estende anche su 100 acri di foresta canadese.
Anche qui si conferma come la coesione di più iniziative attorno al concetto “garden”, evidenzi uno stile di vita più che un ruolo professionale.
Chi è il cliente tipo dei garden consociati nell’agenzia di coordinazione di Bruce Peninsula?
Al 95% si tratta di turisti in transito che vivono la regione da giugno a settembre. Troppo poco per coprire il budget se non grazie al fenomeno della fidelizzazione. Il cliente che rientra nella rispettiva dimora, al termine della vacanza, porta con sè dei segnali, dei ricordi, delle tracce che alimenta durante le restanti stagioni, comprando mezzo posta dagli stessi garden idee, soluzioni, prodotti.
In pratica il garden “stile di vita” assurge a metodica di relazione con i propri problemi di tutti i giorni, nel bisogno di fare regali, di avere piante “speciali” in casa (perché ricordano momenti belli vissuti insieme ai cari) e soluzioni tecniche come nel caso del Rural Roots Nature Riserve di Tom and Dee Cherrie Asham qui descritto.
100 acri di foresta canadese, inclusi nella proprietà del garden, ricchi di sentieri consentono di vivere “l’avventura” della natura tra laghi, isole, ponti, cielo coperto e non visibile per il fitto della vegetazione, insetti e scenari esclusivi con a sorpresa baie naturali.
Se questo è un garden ed il prezzo per entrarci è di 3 dollari, ben venga, considerando la massa di stimoli che il visitatore riceve e che memorizza, fidelizzando la sua partecipazione al fatturato dell’impresa. In effetti, rispetto alla crescita media annua del 9% del fatturato dei garden della regione, uniti in un’Agenzia governativa, il Rural Roots è cresciuto di più. Con la sua scelta ecologica è stato premiato con un ritmo del 17% annuo, il che nei 7 anni di lavoro dell’agenzia, che ha portato mediamente il 60-70% in più ad ogni operatore, con Tom and Dee, siamo nell’ordine abbondante del 200%.

Sul discorso della redditività del garden alla partecipazione ad un’Agenzia di coordinamento (seppur governativa, ma voluta fortemente dagli associati) vanno spese delle parole.
Se la media di sviluppo dei fatturati per tutti i 32 garden si attesta tra il 60 ed il 70% nei 7 anni di esistenza di questo programma, ci sono delle punte sia al ribasso che al rialzo.
La serie di reportages qui proposti non si concentrerà assolutamente su quelli di maggior successo come quello di Tom and Dee qui descritto, ma narrerà anche di chi è cresciuto di un modesto 12% in 7 anni (il garden numero 10 dell’itinerario descritto nella cartina qui esposta).
In definitiva nel piano di coordinazione c’è posto per tutti nel rispetto delle singole dinamiche personali. Chi cresce “poco” è perché, nella fattispecie ha come professione l’insegnamento e gestisce un bed and breakfast annesso al garden, quindi non recepisce come stile e passione di vita il ruolo di gardenista, ma ne fa un hobby cumulativo con altre attività.
Andando più a fondo nella gestione del garden Rural Roots Nature Riserve di Tom and Dee ci sono 4 particolari che meritano una riflessione: l’aspetto artistico della titolare, la foresta quale luogo di scoperta per la morfologia, fauna e flora della regione, il risparmio idrico ed infine “la produzione di terra” in un suolo afflitto da un’eccessiva presenza di rocce e sassi.
L’arte che il garden diffonde è di una semplicità eccezionale: basso costo, colori vivaci, temi naturali tratti da piante e fauna, materiale di base ottenuto dalla foresta, traducono il tutto in “arte” da souvenir, pur rispettando i passati storici della regione. Il riferimento corre all’arte povera della Pensylvania Ducht con i “rosoni” di legno, a figure miste per addobbo del sottotetto dei fienili e case dei coloni. A tutto ciò si aggiungono segnalibro, cartoline e stampe realizzate su fibre di legno.
La foresta canadese è un luogo di non facile accesso, causa la vegetazione molto fitta e la presenza ossessiva d’insetti. Aver bonificato l’area da acquitrini stagnanti e la manutenzione dei percorsi d’incamminamento, specie su un terreno così vasto come sono 100 acri, consente al turista di apprezzare quanto altrimenti non potrebbe raggiungere.
Il risparmio di acqua nell’azione di innaffiamento delle piante è la risultante di una serie di sforzi di cui si è parzialmente accennato. Non basta, in quest’opera ridurre dell’80% l’irraggiamento da riscaldamento solare, ma non la sua luminosità, o evitare di usare acqua fredda o, ancora, interrare i vasi. Serve tutta una tecnica di distribuzione, anche ad esempio delle radici della pianta (se invasata vanno distribuite attorno alla terra che sostiene l’arbusto) al fine di ridurne il bisogno energetico, ma non la sua crescita. Infatti le querce canadesi, che sono avidissime di energie con delle radici incredibilmente estese, al fine di non inibire la restante flora, trovano in lastre di plastica riciclate appositamente interrate, un ostacolo, praticamente un muro, posto a protezione della restante vegetazione. Se si applica questo criterio, il garden può essere ospitato all’interno della foresta, cosa impensabile se non ostacolata la voracità degli alberi, a danno delle diverse colture.
Infine, nella serie di originalità che contraddistingue Tom and Dee c’è anche la produzione di terreno. Trenta anni fa, quando la coppia volle aprire un garden per vivere di produzione e commercio, tutti scoraggiarono l’iniziativa perché il terreno era troppo pieno di rocce e sassi, sotto la foresta e dotato di poca terra. Iniziò quindi un lungo processo di mix tra sabbia, prelevata dalla vicina spiaggia del lago e gli escrementi delle pecore e capre di una vicina fattoria. Questa miscela, concentrata in 20 casse, prive di fondo, da 6 metri per 2 applicate ed interrate nel terreno, ha dato i suoi primi frutti a 3 anni di distanza, consentendo oggi, a 30 anni di duro quanto originale lavoro, di poter contare su un terreno molto fertile.
La ricchezza ed originalità delle soluzioni adottate da Tom and Dee giustificano una vita spesa al ruolo di gardenista, ecologista, artista e custode della foresta, confermando quanto un successo sia sempre la sommatoria di più singole iniziative, inglobate in una visione complessiva.

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