Le Bon Gustave, sociologo francese, vissuto tra il 1841 e il 1931, insieme ad altri ricercatori espresse un diffuso pessimismo sulla capacità dell’Uomo d’essere umano e costruttivo. Per questo motivo fu posto da parte dalla dottrina che scelte l’ottimismo d’Emile Durkheim.
Il caso è interessante.
Gustave Le Bon, Gabriel Tarde (1843-1904) e l’italiano Scipio Sighele (1868-1913) pervennero in forma indipendente l’uno dall’altro, alla conclusione che l’Uomo, posto in comunità, spesso assuma il ruolo di folla anonima capace delle efferatezze più atroci.
In quell’epoca, all’inizio del Novecento, si stavano affermando le masse quale nuovo protagonista della storia, masse sia cattoliche sia socialiste. L’idea di società, composta da individui attivi e pronti anche a combattere per la Nazione fu così imperante, da oscurare i pessimisti a vantaggio degli ottimisti, che vollero citare solo il progresso a tutti i costi come l’avanzamento della società.
Di fronte a un ottuso ottimismo s’andò verso i due conflitti mondiali e 60 milioni di morti. Più o meno è lo stesso forzato ottimismo che ha pervaso la globalizzazione ormai spenta e ridotta a fase post-globalizzata.
Lascia perplessi questo dirottamento forzato sull’ottimismo anzichè l’analisi. Come se il nuovo debba essere per forza di cose migliore rispetto al passato.
A riprova della correttezza degli studi di Le Bon, si è pervenuti successivamente a delle ricerche “sconvolgenti” tali d’affermare la bestialità gratuita della persona normale.
Si tratta di soggetti del tutto anonimi e normali, in pratica “noi”, che investiti di uno straccio di ruolo-autorità sappiamo infliggere grandi porzioni di dolore ad altri con un diffuso senso di sadismo comunemente accettato.
Le ricerche condotte in questi termini e che saranno qui analizzate sono:
- studi della prof.ssa Hannah Arendt svolti in particolare nel 1962 (1906-1975)
- esperimenti del 1974 condotti dal prof. Stanley Milgram (1933-1974)
- studi del 1992 sviluppati dal prof. Cristopher Browning (1944, vivente)
- approfondimenti del 1989 a cura del prof. Zygmunt Bauman (1925-2017)
- ricerche del 1996 svolte dal prof. Daniel Goldhagen (1996, vivente)
- studi del prof. Philip Zimbardo del 2007 (1933, vivente)
- ricerche del prof. Sémelin Jacques (1951, vivente)
La foto di copertina appartiene a uno dei 3 padri della sociologia moderna: Georg Simmel (1858-1918)