L’arte moderna NON è comunicativa. Panofsky, Ortega y Gasset, Bourdieu. Appunti dal testo La distinzione, pagine 24-35
L’arte moderna, a differenza di quella classica NON deve aggregare la società ma dividerla. Per la precisione l’arte serve a frantumare il popolo affinché ne emerga la parte colta. Il guaio è che di erudito nell’arte moderna c’è molto poco. Si forma così una scusa per dichiararsi elite. E’ il consumo vistoso già studiato e celebrato nella sociologia che evolve in socio analisi.
Un giudizio così crudo e severo verso l’arte moderna è espresso da Pierre Bourdieu. Precisamente nel primo capitolo, intitolato Titoli e quarti di nobiltà culturale, tra le pagine 24 e 35.
Erwin Panofsky (1892-1968) fu uno storico dell’arte tedesco, naturalizzato negli Stati Uniti. Bourdieu lo cita come fonte nel suo testo. Panofsky ha saputo cogliere l’attimo in cui un lavoro diventa arte. Ad esempio una lettera d’invito a cena, resta solo un bigliettino. Nel momento in cui questo scritto è particolarmente curato ed espressivo, diventa un passaggio di letteratura. Quando si ha arte?
L’arte, per Panofsky è quando la forma diventa più espressiva della sostanza. Un ferro da stiro o un cellulare hanno entrambi una forte tensione alla sostanza; servono per fare qualcosa! L’arte no, non deve “fare” quanto dare un’emozione e un oggetto artistico nasce già con questa tensione. C’è UN PRIMATO ASSOLUTO DELLA FORMA SULLA FUNZIONE. Per recepire questo segnale serve una predisposizione al gusto estetico. Qui si torna al Bourdieu “antipatico”, quello per cui solo l’iter scolastico forma per capire l’estetica e il GUSTO.
Il disastro della nuova arte moderna emerge dalle osservazioni di Ortega y Gasset.
L’arte moderna, afferma Ortega y Gasset, esprime un curioso effetto sociologico producendo una divisione nel pubblico tra caste. Ci sono quelli che capiscono e quelli che NON capiscono. Questo risultato è VOLUTO. SERVE ALLA DISTINZIONE TRA I RICCHI VERSO I POVERI. Non è importante se il ricco capisca, basta che apprezzi per separarsi dal povero.
Da queste autorevoli considerazioni nasce una critica formidabile all’arte moderna. Si scopre anche uno degli elementi di divisione nella società che si trasforma in nervosismo e violenza individuale.
2 comments
l’ arte moderna venne definita da un mio professore universitario di storia moderna, come la negazione dell’ arte, un guazzabuglio di linee e di colori, in cui la mente si perde e la coscienza si affievolisce. Il solo fatto che un’ opera d’ arte, possa esser fatta oggetto di un’ interpretazione soggettiva,spiegherebbe di per sè,il rifiuto ad accettarla come tale. In un dipinto, in una scultura, l’ artista che ritrae una realtà oggettiva, necessariamente esprime se stesso, nel modo in cui la rappresenta e la realizza. Non c’ è distacco tra l’ io e il non – io, ma un tutt’ uno, un’ unità inscindibile di soggetto – oggetto che diventa il punto d’ introiezione per chi osserva l’ opera e ne vuole cogliere i tratti artistici oggettivi e il mondo interiore dell’ artista che l’ ha creata. La vera arte è chiarezza, non deve suscitare ambiguità e confusione. E’ una mia opinione personale. Mi sbaglierò?
non si sbaglia professoressa, purtroppo ha perfettamente ragione. Assodato questo dove possiamo trovare arte sana? Pare solo in quella popolare (dice Bourdieu)
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