L’abuso – gli ultimi 2 presidenti della Repubblica italiana
La Repubblica italiana si basa su una democrazia. La democrazia richiede l’espressione di popolo attraverso il voto. In Italia si vota? onestamente non lo so. Il dubbio emerge osservando un meccanismo di blocco applicato dal vertice dello Stato. Il riferimento corre alla vicenda napolitano – Berlusconi del 2011. E’ seguita l’incauta nomina del renzi. Infine gli attuali sbandamenti del Capo dello Stato in carica. Perchè si teme il voto? E’ semplice. Quando si vive in una fase di transizione il voto è sempre temuto. In particolare stiamo passando dalla globalizzazione alla post globalizzazione (una nuova era). In questo transito si sono distinti la Brexit e la nomina di Donald Trump, quindi il 70% degli italiani nel recente referendum.
Ricevo una pioggia di richieste sul “chi vedo come leader in Italia”. Francamente, io credo nella politica e in particolare nella democrazia. Questo vuol dire che desidero una campagna elettorale dove si presentino i candidati. Attenzione, i candidati non i partiti. E’ un concetto diverso, più americano che italiano. I candidati dovrebbero saper spiegare almeno 1 aspetto.
Cosa sarà l’italia 12-18-36-72 mesi dopo il giorno delle elezioni?
La Repubblica italiana (se fosse ancora tale) cosa sarà a 12 mesi dalle elezioni sul piano energetico?
Cosa verrà fatto per la riabilitazione del contribuente dalla persecuzione fiscale? Vedi il cosiddetto decreto “salva italia” da abrogare. Significa togliere la limitazione al prelievo di contanti in banca dai propri depositi e elevarlo dagli attuali 3mila euro a 10mila. Cancellare il rischio di persecuzione e inquisizione fiscale nel libero utilizzo del proprio denaro su cui già pagate le tasse! E’ stata abrogata Equitalia ma non il metodo, questo è il problema.
La crescita economica avverrà tramite tasse, come fatto dal governo Monti in poi o ricercando produzione e produttività? Obiettivi cercati fino al 2011. Quindi vedi il 12,5% di tasse irlandese, il 15% statunitense e il 17% britannico, contro il 43,7% di pressione fiscale italiana sul PIL.
Quanti immigrati e disoccupati si può permettere una democrazia?
Io non credo in 1 uomo ma in 1 metodo, presentato alla Nazione in campagna elettorale. Questa si chiama democrazia. Cosa ciò possa comportare in termini di fine dell’euro o della Ue, non mi riguarda. La novità, rispetto al passato, è il non legarsi al partito ma al candidato. Sganciarsi dalle grandi unioni (come la Ue o gli accordi mondiali) e ricercare accordi più limitati ma efficaci. Nasce la visione d’area che è oggettivamente e geograficamente limitata, con maggiori speranze d’integrazione, rispetto al fallimento che ha rappresentato la globalizzazione.