La valutazione psichiatrica di Camille Claudel mai scritta
Unitamente all’amore selvaggio e alla nuova figura di donna che emerse in quegli anni, si confermarono anche quei drammi della follia che accompagnano solitamente l’esistenza. Merita un ricordo la tristissima storia di Camille Claudel, affinchè sia un monito per tutte le generazioni.
Camille Claudel fu una preziosa e bellissima modella che permise ad August Rodin di creare le più intense sculture e a Claude Debussy di formare intensi quadri dai colori eccezionalmente vivi. Ovviamente non fu solo una modella, perché per creare emozioni profonde, serve il sentimento e la passione. Più questi elementi sono vissuti, maggiore sarà l’intensità della creazione emotiva e quindi, conseguentemente anche artistica. Avendo il potere di trasmettere delle emozioni fortissime, Camille Claudel, amò fino a condurre alla fuga i suoi uomini e così accadde anche a Rodin, per quanto fosse assorto nella sensualità di lei. Fin qui nulla di strano. La storia è piena di vicende di questo tenore. Camille però, alla fuga di Rodin non reagì bene. Per reazione si barricò in casa ingrassando e smettendo di lavarsi. Sfigurò ogni scultura che la ritraeva, a lei donata dallo scultore e distrusse l’interno del suo appartamento, “vivendo” così per 20 anni, oltre ad aver oscurato le imposte delle finestre per evitare che qualcuno potesse guadarvi all’interno. Finalmente dopo 20 anni, giunse a Camille la visita del fratello per concludere che da completamente pazza, necessitava dell’internamento in manicomio per altri 30 anni, dove anche lì, Camille, gridò e sbraitò pensando che le infermiere fossero in combutta con Rodin per rubarle qualcosa.
Come il dott. Schweitzer scrisse “La valutazione psichica di Gesù” ancora nessuno ha scritto “La valutazione psichica di Camille Claudel” benchè sia così attuale.
La psichiatria nelle sue valutazioni psichiatrica diventa in questo modo testimonianza di una dramma che può veramente colpire tutti allo stesso modo e intensità. In questo racconto, ovviamente tratto dalla cruda realtà, la posizione psichiatrica diventa un rischio ovvero una possibilità di malattia; come evitarla? Capovolgendo la domanda, come si evita di soffrire in questo modo? In realtà la risposta coinvolge non tanto il momento/periodo della crisi quanto un’educazione psichiatrica precedente finalizzata a una vita sana sappia fronteggiare i successivi rischi. In pratica è come per il tumore; non esiste una profilassi specifica e quanto lo si scopre è già troppo tardi o comunque esistono certamente le cure ma rappresentano qualcosa il cui successo è aleatorio.