Home CULTURA E SOCIETÀCRISI DELLA GLOBALIZZAZIONE E POLITICAArgomenti che scottano La scuola di sinistra. Un male non solo italiano. Prof Carlini

La scuola di sinistra. Un male non solo italiano. Prof Carlini

by Giovanni Carlini
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 La scuola di sinistra

Parlando con una mia amica di nome Jan, qui negli Usa di scuola, emergono degli aspetti interessanti. Il tutto nasce in proiezione sulle prossime elezioni presidenziali statunitensi. Ci troviamo entrambi nel campo repubblicano, malignando sulla moglie dell’ex presidente Clinton, che troviamo troppo superficiale per guidare la Nazione, ma ci lamentiamo anche che non abbiamo una donna di riferimento, di destra, nell’area repubblicana. Esaminate le passate esperienze di candidate di destra alle presidenziali, tutte non valide, la domanda è: chi potrebbe oggi degnamente rappresentare i nostri valori alla Casa Bianca?

Il ragionamento cade sulla scuola: purtroppo, ammettendolo con dispiacere, tradizionalmente i governi di destra finanziano poco la scuola, preferendo quella privata. Nonostante ciò, e pur considerando gli ultimi 8 anni d’amministrazione democratica negli Usa (di sinistra) la scuola americana resta critica. Riferisce Jan che in Virginia c’è la miglior scuola pubblica contro quella della California che resta la peggiore! Preso atto acriticamente del confronto tra questi Stati, cerchiamo di dare un contenuto alle parole. Che vuol dire una scuola pubblica d’eccellenza? 
Tanto per iniziare la Virginia è democratica, come la California, eppure si trovano agli estremi nel campo della qualità scolastica. La risposta di Jan è che essendoci una massiccia presenza di famiglie di militari in Virginia, rispetto i locali che sono impegnati nell’ambito agricolo, hanno richiesto un’alta qualità nella scuola, pretendendo uno standard adeguato. In pratica ci troviamo di fronte a un movimento, da parte dell’utenza (le famiglie) che esigono e ottengono un buon servizio dalla scuola locale di Stato. 
Effettivamente questo è bello! Pare, ma non c’è conferma di questo, che alle famiglie sia stato offerto a pagamento il doposcuola o l’approfondimento su alcune materie per una formazione pubblica più intensa verso i figli. Si parla di lingua straniera, arte, musica e ancora ginnastica.
Questo è un prodotto di scuola pubblica che funziona, anche perché concordato con l’utenza. 
A questo punto sorge la domanda: come mai due stati di sinistra, Virginia e California hanno esiti così distanti tra loro sullo stesso argomento? Cosa vuol dire una scuola di sinistra?
Concordiamo come sia di sinistra una scuola che:
– studia maggiormente la storia degli altri popoli (superficialmente) e poco il proprio;
– in geografia si applica ad esempio sulla desertificazione come l’industrializzazione, ma non si conoscono le provincia della propria regione, per cui, ad esempio, in Italia, chiedere di collocare le provincie della Lombardia sulla lavagna e così il Veneto, la Sicilia etc.. è uno scandalo!
– La scuola di sinistra pone in evidenza il diritto delle comunità minori, come gli omosessuali ma non sottolinea il valore intenso e profondo delle famiglie nella costruzione della società;
– È ancora di sinistra una scuola che esalta acriticamente la globalizzazione e l’integrazione tra razze, dimenticandosi sia l’imperante disoccupazione che il metodo per vivere insieme agli altri!
– Risulta miseramente di sinistra quella scuola che confonde il Natale con la festa delle religioni! In pratica mortifica i valori dei residenti per far spazio a chi è in transito. 
Tutto il mondo è paese? Certamente c’è da riflettere sul pericolo di spersonalizzazione culturale che la scuola di sinistra impone. Va precisato da parte nostra, mia e di Jan, che pur affermando questi concetti, non si tratta d’essere conservatori o tradizionalisti, ma concretamente vivi nei valori necessari alla costruzione della civiltà. La globalizzazione non ha ancora costruito alcun sistema culturale che non sia in aperta contraddizione e crisi. Non possiamo considerare l’età della crisi come un passo della civiltà. 
Concludiamo con questa domanda: Jan, un tale ragionamento lo stiamo sviluppando solo tu e io qui al ristorante o appartiene al dibattito di tutte le famiglie? La risposta: si lo è ma non si trova un accordo.

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