Home COMMENTO A LIBRI FAMOSI La Rivoluzione francese 4. Italia del Settecento

La Rivoluzione francese 4. Italia del Settecento

by Giovanni Carlini
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La Rivoluzione francese, puntata numero 4 di questa serie d’interventi tratti da un libro in particolare.

Le ultime righe del precedente studio, furono concentrate su le cause della Rivoluzione. Sinteticamente ne sono state indicate appena tre. In realtà, ribadendo l’ultimo passaggio dei tre, il tempo del governo assolutistico era tramontato. Quando si capisce che l’era è mutata?

Ad esempio, oggi, finale d’anno 2021 quando ci possiamo accorgere che la globalizzazione è finita, vivendo in un mondo diverso post pandemia? Ovvero un’infezione da virus cinese che ha ridimensionato il ruolo della Cina nel mondo, per cui potremmo essere passati dalla globalizzazione alla post globalizzazione. Non è finita.

In Italia dal 2011 ci sono soggetti non eletti che governano la Nazione per imposizione dalla Presidenza della Repubblica, che si è voluta prendere la responsabilità di una certa lettura (non legittima) della Costituzione.

L’imposizione di un modo di vedere le cose da parte di ben due Presidenti della Repubblica, ancora non incriminati per questo, porta alla crisi della democrazia in Italia tanto da dichiararne il fallimento per eccesso d’indebitamento sul PIL, facendo convergere sia la crisi politica sia quella di finanza pubblica?

Che si prenda atto della difficoltà nel capire quando un’era finisce.

Questa stessa difficoltà, amplificata dalla carenza di mezzi d’informazione, è stata vissuta alla fine del Settecento in Francia e in Europa.

In questa permanente incertezza si trovarono anche gli Stati Generali convocati nel 1789.

Voto collettivo e unico o disgiunto come nel 1614?

La rivoluzione si sfiorò quando il 10 giugno 1789, il Presidente della camera degli Stati Generali dedicati al Terzo Stato, confermò che rappresentando il 96% della Nazione, poteva evolvere in Assemblea Nazionale facendo a meno del Clero e Nobiltà.

Nei tatticismi della fase pre-rivoluzionaria l’Assemblea propose al Re Luigi 16° che tutti i francesi pagassero le tasse finché gli Stati Generali fossero convocati. Necker pregò il Re d’accettare (avrebbero risolto il problema delle finanze statali) ma Luigi non accettò e qui la moglie ebbe il suo peso. La Rivoluzione francese era veramente, a quel punto, matura.

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