La rimozione dalla memoria è un’azione accaduta più volte nella storia.
Il ricordo corre alla febbre “spagnola” (con 20 milioni di morti a fronte dei 10 della guerra).
Va anche ricordato come gli italiani rimossero dalla memoria il fascismo.
Non solo, serve una riflessione anche sul renzi, quello non eletto da nessuno che ha governato!
Questo studio cerca d’approfondire un passaggio molto critico dell’esistenza umana: la rimozione dalla memoria. Solitamente una reazione di questo tipo avviene per quei grandi disastri dai quali ci si distacca. E’ un fenomeno che coglie sia la singola individualità che le masse. In questo spunto si riflette sugli eventi collettivi. E’ noto come gli europei abbiamo rimosso gli effetti della febbre “spagnola”. Il periodo di riferimento fu tra il 1918 e il 1920. A fronte di “solo” 10 milioni di morti per la Prima guerra mondiale, la “spagnola” uccise 20 milioni di persone! La sofferenza che derivò da questa epidemia è stata “cancellata”.
Un altro clamoroso atto di rimozione dalla memoria, è stato immediatamente successivo alla fine del secondo conflitto mondiale. Grazie alle pellicole di Hollywood, gli italiani in particolare, si sono sentiti più vicini all’esercito americano che a quello italiano. Scordando il dramma della RSI e della guerra fascista, gli italiani si sono ridefiniti. Peccato che questa azione sia stata una pura invenzione. In effetti una rilevante parte delle sofferenze italiane di oggi, anni Duemila, deriva ancora da questo processo dissociativo. Gli italiani non sono coscienti della loro fragilità, perchè si sono inventati un’immagine. La dimostrazione lampante risiede nei tassi negativi “offerti” su BTP, CCT e BOT quando le banche falliscono e l’imprenditoria è impreparata. Come cancellare il rischio paese? Semplice, si fa finta di nulla! Anche questa è finzione.
Il caso renzi. Che il soggetto non potesse governare nulla, anche perchè primo di legittimità politica, è noto a tutti. Si è preferito far finta di nulla.
Lo scopo di questo spunto è quello di segnalare quanto sia pericolosa la rimozione del ricordo.
Lo è nella misura in cui i comportamenti successivi sono sempre viziati.
Lo sono stati nel dopoguerra italiano, spazzando via l’idea d’italianità (oggettivamente provinciale).
Adottando comportamenti non maturati nel tempo, da cui un consumismo che ci ha trasformati in un mondo d’incazzati.
Anche la cancellazione delle sofferenza dalla “spagnola”, facendone tutta un fascio con quelle del Primo conflitto, ha condotto a una reazione formidabile.
Uno scatto verso il secondo conflitto.
Certamente la seconda guerra mondiale non è nata per fuggire da un’epidemia.
Però la mancata elaborazione critica di quel periodo, 1914-1918, da cui estraniarsi ad ogni costo, ha prodotto sicuramente il fascismo.
Lo stile italiano fece scuola al nazismo. Poi ci fu il comunismo, afflitto da una stratificazione d’amnesie, tra cui i famosi processi di regime, in Russia, tra il 1934 e il 1938.
Dimenticarsi girandosi dall’altra parte, non è mai una buona strategia.
Renzi è stato un totale fallimento per la Nazione grazie al “girarsi dall’altra parte” rispetto le qualifiche che un Capo di Governo dovrebbe avere. Più o meno come a Roma dove al ruolo di sindaco si chiamano i ragazzini con le annesse conseguenze e risultati.