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La redditività delle spese di pubblicità. L’apporto del virtuale

by Giovanni Carlini
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La redditività delle spese di pubblicità. L’apporto del virtuale come elemento di sovrastima che porta all’errore della previsione.

La redditività delle spese di pubblicità si basa su una stima e la successiva previsione. Nella prima fase solitamente si sbaglia considerando troppo ottimisticamente il virtuale. Perchè il web tradisce le attese? Questo accade perché che fa la previsione solitamente è troppo giovane. I giovani tendono all’enfasi e alla sovrastima di quanto loro usano ma non gli altri. Infatti i ragazzi si fidano finché non riceveranno le prime fregature. Il Web è una foresta di trappole! Certamente internet mostra ma da qui a comprare si passa molto.

Cosa si compra nel web? quel prodotto di cui è nota a casa. Ad esempio un biglietto aereo si acquista perché ci si fida della compagnia aerea. La fiducia qui non è nel web, ma nell’autorevolezza della società di volo. Oltre i biglietti aerei, già comprare viaggi by web espone a fortissime possibilità di truffa.

Vediamo d’iniziare a trarre una prima conclusione.

Si compra by web, è vero, se si conosce il marchio. Quindi internet diventa un facilitatore di relazione commerciale. A questo punto si deve più spendere per l’immagine che per la vendita vera e propria. L’e commerce è una mera conseguenza dell’immagine del brand, più che solo un canale di vendita.

ATTENZIONE CHE QUESTI CONCETTI NON SONO STATI CAPITI DA QUASI NESSUNO.

Ristabilendo un giusto peso al virtuale, ecco che le previsioni possono coincidere con il consuntivo. Infatti è questo il peggior problema che si affronta nel lancio pubblicitario. Il prevedere qualcosa che poi non si verifica, perdendo la fiducia del cliente. Sarà possibile nel futuro un maggior peso del web? Spero di no. Grazie agli insegnamenti di Bauman (sociologo polacco-britannico) vedo internet come un qualcosa di liquido. Al contrario la mia preferenza è per le cose concrete e stabili.

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