La Rai, una televisione di sinistra. Il gazzettino del Pd. Uffa!
La Rai percepisce il canone per un servizio pubblico, vero? E’ possibile sapere quale sia questo “servizio alla comunità”? In tutta onestà la massa e persistenza di notizie intorno al “partito di governo”, il cosidetto Pd, è assillante. Questo non è più un servizio pubblico, ma un abuso del pubblico. Ovviamente sono concetti di cui non se ne può parlare.
Il pestaggio di un giornalista della Rai, a Ostia, va letto anche sotto questa luce. Non sto mettendo insieme fatti del tutto scollegati. C’è una chiave di lettura unitaria che collega un’azione e reazione. Il teppista di turno che mena anzichè ragionare, passa in secondo piano. Il poveraccio criminale e forse fascista rappresenta appena una caricatura. Il colui che ci casca alla provocazione.
Certamente la Rai si presenta alla Nazione come un problema. Non sa gestire o formare il suo personale di giornalismo. Martella il Paese con argomenti di parte che potrebbero appena essere pubblicati dall’Unità. Come si fa a spiegare ai vertici dell’Ente pubblico di trasmissione televisiva che non è questo il loro mandato?
La Rai è sempre stata terreno di lottizzazione politica. In pratica un serbatoio di voti per il partito al governo. In queste condizioni possiamo anche chiuderla: non serve a nulla. Una democrazia non si caratterizza per un’emittente televisivo di Stato. Roba da paese africano del Terzo Mondo.
Negli Stati Uniti non mi risulta ci sia una TV del Governo o di Stato e la democrazia funziona meglio che in Italia. La Gran Bretagna ha la sua BBC ovvero un buon strumento da museo ancora orgogliosamente efficiente. In queste condizioni di militanza e lottizzazione di partito, un ente come la Rai, in una democrazia immatura come quella italiana, rappresenta un problema.
Anzichè occupare Ostia con manifestazioni di vario colore, è necessario chiedersi cosa dobbiamo fare della Rai.