La Rai e le sue fake news che in italiano vanno tradotte come “cretinate”. L’insistenza sul “ripartire”, in piena epidemia, rappresenta una notizia contraria alla salute pubblica.
Da un Governo (se tale fosse quello in carica) ci si attende l’autorevolezza di fermare tutto e in tal senso si precisa TUTTO fino a superamento della crisi da morbo cinese.
La possiamo chiamare peste cinese, morbo cinese, febbre cinese o come si vuole, resta sempre e comunque cinese: una responsabilità della Cina comunista verso il mondo.
Le stupidate del tipo, l’Italia deve ripartire, che si sentono in TV sono frasi fuori luogo e irresponsabili in presenza di un’epidemia.
Le attività economiche si fermano e la Nazione, o le zone a rischio di contagio, si chiudono.
La Cina, pur qui pesantemente criticata perché rappresenta una dittatura ha dato l’esempio chiudendo la Nazione per 2 mesi (gennaio-febbraio).
Con un virus in circolazione da ottobre 2019, senza nulla dire a nessuno se non fino all’evidenza più completa, i cinesi hanno fermato il Paese. Oggi loro possono “ripartire” noi no.
Perchè è così difficile capire che in un’epidemia tutti devono restare fermi, a casa loro, senza uscire se non per l’indispensabile?
Chiudere Milano? che la si chiuda nel caso la città voglia proseguire ad esistere!
Rischiano di fallire bar e ristoranti e allora dov’è il problema? Vuol dire che erano realtà marginali, che non sarebbero mai dovute arrivare sul mercato. E’ bene che falliscano definitivamente.
I turisti non vengono in Italia? pazienza, sanifichiamo e puliamo la Nazione per accoglierli meglio nel futuro. Appunto il futuro è garantito se si dovesse applicare la quarantena di 40 gg che per la Cina è stata di 60.
Ecco dove la Rai (Radio televisione italiana) sbaglia e quindi il Governo la che la dirige e domina lottizzando l’ente televisivo.
Come già Gino Batali aiutò la Nazione, nel periodo dell’attentato a Togliatti, oggi la Rai dovrebbe svolgere il suo lavoro tenendo incollati gli italiani alla TV.
Pare che in questa epidemia nessuno sappia fare il suo lavoro, ne la Rai ne il Governo.
La foto allegata, non pertinente alla RAI, ricorda che quanto solitamente ritenuto bello o brutto (in senso estetico) sia in realtà e nella sostanza decisamente indispensabile per vivere.