La nuova busta paga come progetto politico tende alla semplificazione e alla leggibilità da parte di ogni dipendente.
Da fronteggiare a chi vorrebbe il salario minimo, la nuova busta paga dovrebbe:
- cancellare la “malattia” come differenziale di remunerazione nel senso che nel limite dei 30 gg chi è stato malato e chi ha lavorato prendono ugualmente lo stesso salario. Attenzione però, il finto malato perde il posto di lavoro se non trovato a casa dall’obbligatorietà della visita fiscale condotta dall’ASL anche con personale sanitario infermieristico, non necessariamente un dottore;
- non solo, la maternità e l’allattamento sono un servizio alla società che va remunerato al 100%. In questo caso, agli effetti pratici il 100% è garantito dal concorso dell’INPS che parte all’80% per i primi 5 mesi che poi si riduce al 30% in una serie snervante di sotto conti sui ratei. Veramente ci vogliamo complicare la vita?
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Un’evoluzione di questo tipo vuole transitare da una busta paga basata sulla produttività a una di civiltà per cui il lavoratore è pagato nello stesso modo al netto delle naturali vicende della vita.
Il punto di vista dell’imprenditore che vuole pagare la “merce” lavoro in base a quello che rende è comprensibile, ma superato. Il riferimento alla produttività riguarda l’800 e il 900. Oggi servono altri criteri di valutazione elevando notevolmente la concreta possibilità di licenziamento in tronco. Ovviamente ci sono dei contrappesi da considerare come in ogni cosa.
Si alla garanzia retributiva al di là di malattia e gravidanza come anche effettive necessità di studio comprovate da iscrizioni ed esami, ma contemporaneo immediato licenziamento nel caso di bugie.
Possiamo pensare la nuova busta paga come un migliore rapporto tra dipendente ed azienda?
Anche gli scatti d’anzianità non possono essere legati al passare del tempo, ma solo al conseguimento di programmi di formazione anche al di fuori dell’orario di lavoro.
Tempi duri (è arrivato l’inverno) per il sindacato, quello unilaterale che difende solo una parte a priori.