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La guerra si vince solo combattendo non con la “pace”

by Giovanni Carlini
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La guerra è la costante della storia: che ci piaccia a no è sufficiente aprire un libro di storia per accorgersene. Tutte le balle che si raccontano in giro del tipo:

  • no agli armamenti;
  • si alle armi se non le si usa in un certo contesto;
  • avviare trattati di pace combattimenti durante;
  • la guerra si vince con la pace;
  • ed altre affermazioni inutili di questo genere tratte dalla fantasia delle persone.

non servono a nulla.

Come si risolve il confronto militare in Ucraina con i russi? Piegando quest’ultimi sui loro confini. Bene sta facendo l’Ucraina combattendo fino all’ultimo soldato. Ormai la Storia è scritta e glorifica gli ucraini non i russi (che di fatto hanno perduto politicamente la guerra).

La “pace” la si potrà considerare solo quando i russi saranno stati respinti nei loro confini con imminente pericolo d’incursione nei loro territori.

Come mai qualche centrale atomica russa non è ancora saltata? Che strano! Ci si augura ovviamente che una prospettiva di questo tipo possa accadere presto. Non solo, su tono minore vanno assaltati anche gli aeroporti russi e distrutti al suolo qualche centinaio di aerei/elicotteri. Che stanno aspettando gli ucraini ad attaccare così in profondità con azioni di sabotaggio?

La guerra, da 50mila anni, si vince solo sul campo di battaglia, ogni altra acrobazia non approda a nulla.

L’esortazione agli ucraini è d’uscire da Odessa e colpire.

Uscire da Kiev e colpire.

Spingersi senza ritegno oltre, verso il confine russo.

Non risparmiare nulla per raggiungere la Crimea e il confine russo in vigore a gennaio 2022.

Colpire, quindi colpire e ancora colpire senza preoccuparsi delle riserve o delle retrovie, ma spingersi oltre, sempre oltre.

I russi non sono in grado di reggere un’offensiva di slancio modello Heinz Guderian quale fu contro la Francia nel 1940 a Sedan.

Per questo vanno colpiti in ogni modo e senso.

Così si vince la guerra!

Un ringraziamento alla Signora Laura Canali per aver trasformato la geografia in arte.

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