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Home CULTURACULTURA E SOCIETÀCRISI DELLA GLOBALIZZAZIONE E POLITICA La guerra non si gestisce con i trattati di pace. Prof Carlini

La guerra non si gestisce con i trattati di pace. Prof Carlini

by Giovanni Carlini
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La guerra è il condimento della Storia.

Il fatto che dal 1945 non si sia manifesto in Europa, nessun conflitto, non vuol dire nulla, anzi va considerata come l’eccezione che conferma la regola. La Storia è ricca di guerra e questa ha almeno 50mila anni. Che rapporto c’è tra migliaia d’anni e quelli che intercorrono tra il 1945 e il 2022 limitatamente al solo continente europeo?

Da queste brevi battute emerge quanto sia sciocco credere d’aver relegato la “guerra” ai poveri o alle eccezioni.

In Occidente la guerra è stata introitata nel tasso di divorzi (42% delle coppie sposate e allo stimato 60% d’abbandoni tra quelle conviventi). La guerra per gli Occidentali si è annidata nella litigiosità sociale e nell’alto livello di conflitto tra singole persone. Anche questa è guerra.

Ricordo d’aver udito allibito dei Capi di Stato Maggiore di forza armata (Esercito) considerare la guerra come un evento tra poveri. Con una mentalità di questo tipo, chi attacca ha sempre buon gioco. Potremmo avere il dubbio su chi sia ad attaccare, ma c’è solo l’imbarazzo della scelta, oggi i libici, domani i turchi, su tutti i russi. C’è sempre qualcuno che attacca.

La guerra è nell’indole dell’essere umano. Prepararsi al conflitto per mantenere la pace è sempre un atto di civiltà.

Con queste riflessioni le forzature sul cessate il fuoco tra l’attaccante russo e il difensore ucraino, lasciano il tempo che trovano. Anche il Papa, nella sua insistenza per una pace acriticamente accettata, lascia il tempo che trova.

Il ricordo va alla fine della Prima Guerra Mondiale e alla decisa forzatura che fu fatta sui trattati di “pace”. Tutti sanno che per sistemare la “pace” della prima è dovuta intervenire con un secondo conflitto.

La vicenda ucraino-russa va decisa sui campi di battaglia, possibilmente con la decisa e totale sconfitta dell’attaccante.

Altre alchimie prolungano solo il decorso o la preparazione di nuovi scontri. Si noti l’intensità dell’attuale confronto militare rispetto a quello già sofferto nel 2014 in Crimea. Vogliamo forse un terzo scontro militare più forte rispetto all’attuale imponendo una pace acritica?

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