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La grande crisi di autunno 2018 in Italia – Taccuino americano

by Giovanni Carlini
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La grande crisi di autunno 2018 in Italia – Taccuino americano 2018

La grande crisi di autunno 2018 in Italia non è argomento di cui si deve parlare. In questo modo, se non se ne discute “non esiste”. E’ chiaro che c’è una diretta responsabilità della Confidustria, che attraverso il quotidiano Il Sole 24 Ore impone il silenzio. Un non parlarle, questo, che tutela ovviamente il sistema bancario: il primo a saltare nel prossimo autunno 2018.

La domanda da porsi ora è semplice: perchè sono le banche a saltare per la grande crisi di autunno 2018 in Italia? La risposta è semplice. Come diretta conseguenza della fine del programma Quantitative easing da parte della Bce (stampa di cata moneta senza collegamento alla produzione di ricchezza) nessuno comprerà più titoli di stato italiani.

Come noto il fabbisogno nazionale è di 20 miliardi al mese (al momento). E’ anche noto che i tassi d’interesse su un debito, in pratica insolvente, sono molto-troppo bassi. La diretta conseguenza è che i privati (noi tutti) non possiamo comprare il debito pubblico nazionale. Elevare (come sarebbe corretto) il tasso di rendimento del debito pubblico italiano, porterebbe oltre la soglia del 150% tra debito e Pil. Ormai tutti sanno che un debito pubblico oltre quota 150% sul Pil è insolvente.

Perchè, in questa situazione falliscono le banche? Diventando le obbligazioni di stato italiane carta straccia, chi ne è “carico” (la banche più grandi del Paese) falliscono. Il riferimento è alle già fallite Monte dei Paschi di Siena e all’Unicredit. Fallendo le banche, la crisi passa dallo stadio monetario a quello civile e sociale.

Con la chiusura delle banche, che contengono il denaro degli italiani, chiudono anche le imprese e quindi disoccupazione. Non basta che in Italia ci siano già 3,5 milioni di disoccupati. Non solo, vanno rammentati anche 7,3 milioni di persone sotto la soglia di povertà. Il collasso del sistema bancario italiano, per effetto della non solvibilità del debito pubblico, coglierà nell’autunno 2018 l’intero Paese. Si apre così un nuovo 1929 e la fine dell’euro.

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