La follia della giustizia fiscale inflazionata da eccesso di penale. Quando la Giustizia si rende incomprensibile/2. L’eccesso di penale nel contenzioso fiscale.
Follia della giustizia fiscale! Un’eredità del governo tecnico Monti consiste nella criminalizzazione del contenzioso tributario. In parole povere significa dare rilevanza penale alle marachelle dei contribuenti, sia effettive che presunte. Consci della crisi finanziaria dello Stato, l’applicazione pratica di questo “pensiero” consiste anche in:
– intercettazioni telefoniche alle aziende, in fase di visita ispettiva dell’Agenzia delle Entrate;
– pignoramenti selvaggi sulla prima casa. Anche i tre morti di Civitanova, terrorizzati per le ganasce fiscali su una Panda troppo vecchia!
– Sole 24ore del 13 maggio 2013, pagina 1, inserto Norme e Tributi: il reato scatta anche per mini-importi.
La follia della giustizia penale invasa di penale porta al terrorismo sociale verso i cittadini. Parlando con un personaggio importante sulla vicenda dell’Ilva c’è una confidenza. Come fai a spiegare negli Stati Uniti, ai clienti, che il nostro amministratore delegato è in galera ma non è un criminale?
Mettendo insieme tutti i pezzi del mosaico, compreso il colore politico dei magistrati, c’è l’eccessiva durata delle inchieste e processi. Perché non elevare multe o richiami scritti al magistrato che impegna troppo tempo?
Comunque, come sempre, per capire necessita ricorrere “ai fondamentali”. Quindi al diritto. Al contrario un pignolo utilizzo degli strumenti di giustizia (vedi Equitalia) non è giustizia, ma ingiustizia. Non ultimo il tasso d’interesse sulle cartelle. Pare 10 volte quello legale!
Focalizzato il problema, la domanda è sempre la stessa: che si fa?
Considerando il sistema della giustizia/ingiustizia un vero guado, la miglior cosa è starne lontani. Questo perché “la giustizia ingiusta” è pericolosissima. Altro che fiducia nelle sentenze e magistratura! Rimbombano ancora le parole del magistrato inquirente al processo Tortora. Il soggetto affermò: più si cercano elementi d’innocenza per il Tortora e maggiormente risulta colpevole. Il magistrato in causa è rimasto in servizio. Il Signor Tortora è morto.
Un imprenditore emigrato in Austria confida: almeno qui non ho più a che fare con Equitalia. Allora la soluzione è abbandonare il Paese?
La soluzione potrebbe essere più che emigrare, votare!
Quando ci fu il fallimento dell’Argentina, una parte considerevole dei risparmiatori si unì cordata. La catena ebbe a capo un avvocato pagato dall’Unione bancaria. Ebbene se lo facessimo anche noi? Se una cartella esattoriale o un’ispezione all’impresa scatenasse l’immediata presenza di commercialisti-avvocati-fiscalisti della Confidustria a tutela dell’azienda, cosa succederebbe?
Se ogni cartella o atto di sequestro, fosse vagliato da un Comitato di salute pubblica a difesa del cittadino?