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La folla solitaria è il titolo di un libro che è stato scritto nel 1950 dal sociologo statunitense David Riesman (1909-2002).

Nel testo, al di là delle dizioni complesse (individuo autodiretto contro eterodiretto) il punto focale è cercare di spiegare il declino dell’uomo pubblico indirizzato verso il suo privato rinunciando alla vita sociale impegnata. Spiegando meglio il concetto, a partire dagli anni Cinquanta alla contemporanea avanzata dei “diritti civili” delle minoranze si è riscontrata una corrispondente uscita di scena del grande pubblico dall’arena sociale. Il fenomeno si è accentuato nei successivi anni successivamente alle presidenze Kennedy e Johnson.

Che cos’è accaduto?

Tutti, ma dico tutti e ancora tutti i ricercatori in sociologia, hanno registrato in forme crescenti il disinteresse verso l’agire pubblico da parte delle masse nei paesi avanzati (in Occidente) nei termini politici come economici.

Da quella formidabile individualità americana, attiva fino agli Sessanta sui due piani del morale e del fare, si è passati progressivamente ad un profilo narcisistico, riflessivo, rinunciate al confronto pubblico, geloso del suo privato.

Da notare che il fenomeno si è accentuato negli anni successivi fino ad oggi.

La crisi della società moderna, quella evoluta ed Occidentale, vede la folla solitaria come protagonista.

Perché questo massiccio ritiro dall’impegno sociale?

Autori di riferimento sono:

  • Philip Rieff, che nel 1966 pubblicò: “Il trionfo della terapia
  • Richard Sennett con il “Declino dell’uomo pubblico” del 1977
  • Christopher Lash: “La cultura del narcisismo” scritto nel 1979
  • Gilles Lipovetsky, sociologo francese che ha scritto nel 1983 “L’età del vuoto
  • anche Ulrich Beck nel 2000 s’espresse per “zombie”.

In origine la confusione tra progresso e individualismo fu concretizzata da:

  • Benjamin Constant (1767-1830) con il Discorso sulla libertà degli antichi paragonata a quella del moderni del 1819.
  • Seguirono le riflessioni critiche di Alexis de Toqueville ne “La democrazia in America” del 1835.

Come si nota il ragionamento non è attuale per quanto oggi si registri la dissoluzione della partecipazione al sociale del cittadino occidentale. La folla solitaria è contemporanea per quanto pensata 250 anni fa.

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