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La doppia sottovalutazione tra russi e ucraini

by Giovanni Carlini
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La doppia sottovalutazioni è la grande protagonista della stagione di guerra che si è riaperta, in Europa, dal febbraio 2021 rispetto l’agosto 1945.

Quanto sono ridicoli quei fior di generali, anche del nostro esercito, che hanno considerato il conflitto armato come un evento “superato” rispetto al Novecento e agli ultimi cinquantamila anni. Quanta gente impreparata che c’è nella Pubblica Amministrazione!

Tornando alla realtà e all’insostituibilità dello scontro militare nella storia attuale, moderna come antica, va notato, in quest’ultimo evento bellico, la totale sottovalutazione del nemico. Un fatto però che non contraddistingue solo i russi, che pur ne sono colpevoli in prima battuta.

La doppia sottovalutazione riguarda i russi che all’inizio si sono illusi di poter occupare l’intera Ucraina in qualche settimana.

La seconda sottovalutazione coglie gli ucraini che hanno creduto di poter sbaragliare l’esercito russo con qualche attacco d’impeto.

In realtà l’Armata Rossa è lì, nelle sue posizione senza cedere all’attacco ucraino.

Cosa si sarebbe dovuto fare?

Procedendo con ordine, nel febbraio 2021 i russi sarebbe stato saggio che avessero operato con minor arroganza.

Con grande interesse ho ascoltato il commento di piloti da combattimento Occidentali impiegati su elicotteri d’attacco che non hanno creduto ai loro occhi osservando decine e decine di chilometri (63 per la precisione) di mezzi russi in avanzata; un obiettivo formidabile.

Come sarebbe stato possibile non spaccare l’Armata Rossa in quelle condizioni? Con o senza elicotteri da combattimento l’esercito russo, presentandosi in quel modo, si è clamorosamente esposto alla distruzione.

Non è finita.

Un anno e mezzo dopo, gli ucraini anzichè precedere l’attacco da operazioni aviotrasportate oltre le linee nemiche o per infiltrazioni di gruppi tattici, che avrebbero attaccato i russi alle spalle, si sono lanciati in un eroico quanto sanguinoso e inutile attacco frontale.

Pare di rivivere la filosofia francese del 1914 per cui l’attacco e solo l’attacco alla baionetta avrebbe vinto ogni battaglia. Peccato che i tedeschi erano fortificati, armati di mitragliatrici e appoggiati da un’importante artiglieria.

La guerra bisogna saperla fare ed averla anche studiata anzichè puntare su coraggio e ardimento seminando stragi.

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