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La democrazia assicura l’uguaglianza non la libertà-4

by Giovanni Carlini
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La democrazia assicura l’uguaglianza non la libertà-4. Finalmente siamo giunti al termine di questa lunga e complessa riflessione. Niall Ferguson nel capitolo 12 è voluto entrare molto nel dettaglio. Anche perché c’è molto da riflettere sull’argomento!

La democrazia assicura l’uguaglianza, è vero. Non è vero il resto che comunque si pensa del metodo democratico. Nel precedente studio pubblicato è entrato a gamba tesa la tesi di Alexis de Tocqueville come severa critica alla democrazia. Ora lo ritroviamo ancora in un interessante confronto con Max Weber.

L’ascesa del capitalismo in Weber si confronta con l’ascesa della democrazia in Tocqueville. 

Per Weber, il capitalismo ha un’origine religiosa (dal protestantesimo). Il consumo differito e il conseguente investimento, trova nell’ascetismo protestante la sua ragion d’essere. In Tocqueville, la democrazia in America è di fonte religiosa! Sono le sette religiose protestanti a garantire la democrazia nel Nuovo Mondo. Ecco che la religione (spirito ed etica) sono alla base sia del capitalismo sia della democrazia.

L’attuale crisi della religiosità, nella società occidentale, produce ad effetto anche lo sbandamento politico ed economico. Tesi azzardata, ma realistica. Il testo di riferimento di Max Weber è L’Etica protestante e lo spirito del capitalismo pubblicato nel 1904.

Tornando allo studio di base se la democrazia assicura l’uguaglianza o meno, emergono altri aspetti.

Nel libro III delle storie di Erodoto si discute di politica. 3 personaggi s’alternano presentando forme opposte di governo. Dario la monarchia. Megabizo l’oligarchia. Otane per la democrazia. Quest’ultimo è poco considerato. In effetti solo verso il 17°-18° e 19° secolo s’inizia a parlare di suffragio universale. Va aggiunto come nel XX° secolo si credette che fosse il socialismo a vincere. INVECE, A DISPETTO DI OGNI PREVISIONE, E’ STATA LA DEMOCRAZIA CHE SI E’ IMPOSTA! Certo, evviva la democrazia, ma non c’è accordo tra gli studiosi su cosa contenga questa forma democratica.

Più o meno la democrazia resta ancora un contenitore vuoto da riempire.

Dal 1973 si pubblica il Freedom House Survey. Un rapporto che spiega come la democrazia evolva nel mondo. La ricerca distingue tra diritti politici e libertà civili. Ecco da dove emerge che la democrazia assicura l’uguaglianza e non la libertà! Lo studio illustra come il 46% degli stati nel mondo (sono 205) sia “libero”. Il 28% si avvicina alla libertà senza coglierla. Il 26% non è libero. Questo ragionamento NON parte dal presupposto che la democrazia sia libertà! C’è quindi il dibattito su cosa sia un governo democratico. Probabilmente la democrazia dovrebbe contenere i seguenti aspetti:

  • certamente il voto concesso a donne e poveri è una caratteristica importante;
  • le democrazie possono essere parlamentari e presidenziali;
  • non è finita, un governo maggioritario (dura di più) di uno proporzionale;
  • abbiamo un sistema centralizzato e uno federale;
  • vanno anche considerati quali poteri sono concessi alle strutture non elettive (magistratura e banca centrale);
  • infine la quantità di potere resa alle organizzazioni sovranazionali.

Il mix dei 6 aspetti indicati qualifica la tipologia di democrazia. Una forma di governo che ha goduto fino ad ora di 3 grandi stagioni. Il 1922. Il 1946 e infine il 1994. Va rilevato però come le prime 2 “ere”, abbiano subito una drastica regressione successiva verso la dittatura.

Quando una democrazia regredisce a dittatura?

Negli anni Venti la democrazia fallì per un errore fatale. Il braccio di ferro tra la politica fiscale e quella monetaria. Mentre il fisco è deciso da persone elette dal popolo, non è così per la politica monetaria. Gli aspetti monetari della nazione sono ancora nella mani dell’oligarchia (vedi il Draghi alla BCE). Il braccio di ferro tra le 2 anime della politica economica, ha prodotto l’ondata di dittature degli anni Trenta.

L’Europa è in linea di massima una terra libera. Non lo è per nulla il Medio Oriente. Restano incerti i destini di Asia, Africa e Sud America.

In linea di massima la democrazia è inaffondabile dai 6000 dollari a testa di reddito annuo. Questo sono gli studi di Seymour Martin Lipset.

Sulla connessione democrazia e sviluppo economico, è stato notato un comportamento a U rovesciata. Accade che la democrazia alzi il reddito pro capite fino a un certo punto, poi regredisce. In ciò aprendosi ad altre forme di governo. Sono gli studi di Robert Barro. Emerge anche che per puro caso, nel 1930 la Germania è diventata una dittatura. L’Olanda, in termini di sofferenza per inflazione, stava peggio! Evidentemente ha giocato molto il fattore Hitler. In effetti con Stalin, ogni 19 t. di acciaio prodotta è morto un operaio. Sono quelle statistiche indicative. Certo però smontano l’assioma per cui democrazia = progresso economico.

Cade l’idea che la democrazia includa lo sviluppo economico. Certamente la democrazia sviluppa l’urbanizzazione.

Barro ha elencato gli scopi per cui un governo è benvoluto dalla popolazione. L’elenco delle cose da fare non richiede la democrazia. La forma democratica infatti non c’è nel controllo delle nascite. Non ha attinenza nel promuovere l’istruzione. Quindi per garantire l’assistenza sanitaria. Per evitare spese statali improduttive non necessita un governo democratico. La democrazia non serve per imporre l’autorità della legge e mantenere l’inflazione sotto il 10%. David Landes aggiunge lo scopo dello stato d’assicurare i diritti di proprietà. La libertà personale. L’applicazione dei diritti contrattuali. La stabilità di governo. Sono tutti aspetti che non includono la democrazia.

Ecco che sulla stabilità di governo si consuma il recente dramma italiano dal 2011 ad oggi. Il colpo di stato del Presidente Napolitano, nel 2011, destabilizzando il governo Berlusconi con il prof. Monti, rientra in questa logica. La scienza politica afferma che è meglio la stabilità che la democrazia. In effetti è quanto accaduto con i governi Monti, Letta e Renzi. In particolare il Renzi, non eletto da nessuno, ha ugualmente governato privo di legittimità politica.

Conclusione. La democrazia assicura l’uguaglianza non la libertà.

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