La cattiva fede del Quirinale. Prof Carlini

by Giovanni Carlini
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La cattiva fede del Quirinale si conferma ancora e ancora, anche nel discorso di fine anno 2020 da parte del Presidente della Repubblica, l’On. Sergio Mattarella.

 Sicuramente buon anno a tutti e GRAZIE a chi, negli ultimi anni, ha assiduamente letto gli studi qui pubblicati. GRAZIE ANCORA.

Motivo di riflessione, in questo 1° gennaio, è il beve discorso televisivo del Capo dello Stato.

Il Presidente chiede che si eviti la crisi di Governo. La prima carica dello Stato auspica ai “costruttori” e non distruttori!

Il ragionamento è corretto tranne per un dettaglio di non poco conto.

QUESTO GOVERNO E’ DIRETTO DA UNO NON ELETTO DA NESSUNO QUINDI DISCUTIBILE SUL PIANO DELLA LEGALITA’.

Un governo non sorretto dall’autorevolezza della democrazia, a meno che non sia viva in una dittatura comunista (vedi Cina) non deve restare in carica. Invitare il Paese a soprassedere su questo dettaglio di sostanziale correttezza e sostanza costituzionale, vuol dire applicare la cattiva fede.

La cattiva fede consiste nell’aver voluto un “Governo del Presidente”, sganciato dal volere dell’elettorato e poi chiedere di mantenerlo in vita. 

Nel farlo, il Presidente della Repubblica auspica a “costruttori” assegnando una patente morale e di dignità a coloro che vogliono conservare un governo non votato dalla Nazione.

Il costruttore non è colui che avvalla un qualcosa di non conforme alla legge, in realtà si chiama complice. Complice di un reato, precisamente un colpo di Stato.

Solitamente s’afferma che il solo passaggio parlamentare sani il difetto costituzionale.

Non è così. In realtà questa è la pezza che si è voluta porre per salvare il salvabile. Non bisogna confondere il rimedio al reato commesso contro il senso di democrazia.

Il parlamento agisce in deroga al Popolo, non si sostituisce alla Nazione. Ecco il punto critico che il Quirinale dimentica volutamente.

La cattiva fede del Capo dello Stato consiste nello spacciare un abuso/reato alla Costituzione e alla Democrazia come qualcosa da preservare. La realtà è diversa: servono, da molto tempo, nuove elezioni.

La vignetta di copertina a questo studio vuol sottolineare un altro passaggio: si chiama evasore colui che non paga le tasse. E’ vero! Nessuno si chiede se queste tasse sono eccessive? Perchè, con una tale domanda potrebbe esserci un’inversione dei termini dove l’evasore è un cittadino che si sta proteggendo. Dove la giustizia? Altro caso di cattiva fede che emana da un Governo non legittimo.

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