FORMAZIONE

CULTURA

Home FORMAZIONEINDUSTRIA E AZIENDALESubfornitura Italiani che lavorano duro, peggio dei cinesi Un esempio

Italiani che lavorano duro, peggio dei cinesi Un esempio

by Giovanni Carlini
0 commenti

[fusion_builder_container hundred_percent=”yes” overflow=”visible”][fusion_builder_row][fusion_builder_column type=”1_1″ background_position=”left top” background_color=”” border_size=”” border_color=”” border_style=”solid” spacing=”yes” background_image=”” background_repeat=”no-repeat” padding=”” margin_top=”0px” margin_bottom=”0px” class=”” id=”” animation_type=”” animation_speed=”0.3″ animation_direction=”left” hide_on_mobile=”no” center_content=”no” min_height=”none”]

SUB 2010 006 Scavazzin
SUB 2010 006 Scavazzin
SUB_2010_006 Scavazzin.pdf
3.3 MiB
256 Downloads
Dettagli

Italiani che lavorano duro!

Gli italiani lavorano duro, è vero ma i risultati non ci sono. Perchè? Sul piano delle responsabilità di una bassa produttività le cause sono molte. Certamente la Confindustria non si è mai preoccupata della formazione degli imprenditori. Manca un corso di laurea in imprenditoria ad esempio. Oggi l’imprenditore chi è? Nessuno lo sa. Il Codice civile da una sua indicazione che resta “giuridica”. A conti fatti manca “il Capitano” della nave e il mare è sempre agitato. Da un quadro così deprimente emerge tanto lavoro e scarsi risultati.

L’articolo qui presentato offre un esempio. Si tratta di gente onesta e “dura”, ma con risultati inferiori alle aspettative. E’ possibile correggere un gap di un risultato così drammatico? Oggettivamente si. Per transitare a una diversa economia tra sforzo e risultati, serve un “traghettatore”. In un’azienda serve un consulente esterno. Questo personaggio è solitamente in grado di trovare quella dignità che scarseggia. Gli italiani che lavorano duro sono dappertutto, ma a loro non risponde una adeguata classe di manager. Mancano anche imprenditori capaci. Ci troviamo quindi un trio. Italiani che lavorano duro, manager non adeguati, imprenditori ignoranti. Come si esce fuori da questa trappola?

Dovrebbe essere la Confindustria. Anzi dovrebbe essere il governo. Oppure…..non c’è fine.

La soluzione è dentro l’azienda che si fa aiutare da un esperto. Chiedere un aiuto istituzionale significa non risolvere nulla. Non siamo in un Paese dove le istituzioni funzionano. Resta solo l’arte dell’arrangiarsi nella quale gli imprenditori sono maestri! Ebbene arrangiandosi, le imprese valorizzando italiani che lavorano duro, chiedono aiuto ad altre imprese. In questa maniera nasce l’idea di un distretto. Sto esagerando. Un consulente è una piccola impresa che ne aiuta una più grande di lui (neppure di molto). La media nazionale delle aziende è di 3 dipendenti a testa. Passiamo quindi dal singolo consulente (1) a una PMI che solitamente è costituita da 6-7 persone. Il salto non eccessivo! Però l’aiuto è tangibile.

Buon lavoro[/fusion_builder_column][/fusion_builder_row][/fusion_builder_container]

Potrebbe piacerti anche