Internet è il passato, qualcosa che è stato ampiamente dimostrato come sia corruttibile e di facile distruzione. Fa sempre sorridere leggere appunti di qualche docente che prosegue a considerare l’economia tradizionale come tramontata a causa del web e del commercio virtuale. La realtà è diversa. Qualsiasi considerazione in argomento deve dividere il mondo prima del 24 febbraio 2022 e dopo.
Sul prima, è inutile perderci tempo, tutti, cani e porci, hanno pronosticato uno sviluppo imperante del virtuale. Un virtuale i cui effetti li vediamo scatenati sia in termini di delinquenza giovanile sia in analfabetismo culturale. Le persone più “virtuali” sono anche quelle più sintetiche, avare nella locuzione e nelle capacità cognitive come prive di scenari nel pensiero innovativo. In pratica il social e l’uso abuso del web ha rappresentato un disastro sul piano formativo delle persone. Questo in termini evolutivi del genere umano. Il ragionamento non si discosta molto se analizzato sotto il profilo delle organizzazioni.
Con l’ennesimo attacco russo a qualcuno (dopo la Georgia, Lituania e così via, ora è il turno dell’Ucraina) si conferma la decisa volontà di 4 stati (Russia, Iran, Cina e Corea del Nord) nel distruggere le informazioni che i sistemi Web hanno immagazzinato. Spiegato meglio il concetto la distruzione o perdita dei dati contenuti nei sistemi informatici, è diventata così reale che la NATO è corsa ai ripari e tutte le banche sono preoccupate.
Chi s’immagina d’alzarsi al mattino avendo completamente perso i suoi soldi in banca per distruzione dei dati bancari?
Bene questa è la prospettiva!
Con tali sensibilità, pretendere e proseguire nello spendere denaro in forma virtuale è incosciente. Significa esporsi semplicemente a non aver più nulla senza preavviso. E’ saggio avere sempre in tasca almeno 40 gg di spesa per garantire la sopravvivenza. In un mondo dove è sano lavorare con internet, ma stampare di notte il lavoro eseguito, come organizzarsi?