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INTERNAZIONALIZZAZIONE, è stato pubblicato in Italia il primo testo

by Giovanni Carlini
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Internazionalizzazione per le PMI. E’ stato pubblicato il primo testo in Italia.

Internazionalizzazione. Un parola da riempire di concetti.

Ad esempio quale la differenza tra internazionalizzazione e delocalizzazione nel contesto della globalizzazione? Delocalizzare vuol dire portare la produzione in altro Stato. Solitamente per rubacchiare sul differenziale di costo della mano d’opera. Il prodotto realizzato all’estero spesso viene re-importato in Italia per essere venduto a un prezzo di grande guadagno per “l’imprenditore”. 

Al contrario l’internazionalizzazione mantiene la produzione in Italia e punta a collocare il prodotto all’estero. Qui si ha veramente un imprenditore anzichè il ladro di galline nella delocalizzazione. 

La delocalizzazione sarebbe valida se comportasse la produzione all’estero PRE PRESIDIARE QUEL MERCATO. Senza re-importare in Patria i beni prodotti in quel mercato. La differenza è sostanziale. Con la re-importazione si produce la ricchezza del cosiddetto imprenditore, ma la povertà della Nazione con la disoccupazione.

Chiariti concetti semplici ma poco capiti ecco cosa sta accadendo. Si sono stati diplomati i primi 34 ragionieri in Italia con una spiccata attitudine verso l’internazionalizzazione.

Si tratta di una novità che fa notizia. Non tanto e solo perché finalmente abbiamo dei giovanissimi ragionieri in grado d’apportare novità dentro le imprese. Quanto per il rocambolesco iter che ha permesso questo risultato.

Probabilmente ogni fatto nuovo nasce da un rischio consapevole. In questo caso, il professore (l’innovatore) ha integrato e reinterpretato i programmi ministeriali. La domanda è stata “semplice”: cosa necessitano le aziende?

E’ nato un “addestramento” dedicato ai ragazzi. E’ sano che in fase di colloquio, ad esempio, il candidato possa dire: grazie. Grazie per avermi concesso l’opportunità di questo colloquio. Nel caso mi vogliate assumere come apprendista sono in grado d’avviare processi d’internazionalizzazione. Il tutto ovviamente sotto la guida e direzione dell’imprenditore.

Che un risultato di questo tipo sia tanto o poco, sarà la dura realtà a deciderlo.

In un mare d’ostilità e sospetto il prof ha depositato in segreteria un programma di geografia economica per l’internazionalizzazione. L’ostilità è quella tipica di una struttura limitata dall’eccessiva ideologizzazione di partito.

Le novità nel programma depositato dal prof in segreteria all’inizio dell’anno sono diverse. Lo studio dell’ICE, la sua struttura e metodiche di relazione. L’analisi dei paesi sia per orografia e idrografia sia sull’import-export e importanza per il nostro commercio estero. Lo studio socio-demografico sui locali standard di consumo. Da questa nuova sensibilità il giovane trae una diversa visuale da collegare al nostro sistema produttivo. L’apprendista si chiederebbe, se lavorassi per un’azienda del sistema moda, a quale mercato farei riferimento?

Senza ombra di dubbio si tratta di ragazzi che vanno seguiti e aiutati nel loro crescere. Certamente a questo punto hanno introiettato nella loro sensibilità dei concetti nuovi.

L’esperienza “di contrabbando dai programmi ministeriali” del professore è curiosa. Ottenuto un silenzio-assenso dalla direzione didattica sul nuovo programma, sono stati redatti i riassunti su ogni lezione. Una strategia di questo tipo contiene “un trucco”. In realtà l’obiettivo è stato portare all’attenzione gli allievi per chiamarli al riassunto scritto. La somma degli elaborati dei ragazzi ha costituito il libro. Fotocopiato e distribuito ai ragazzi ha imposto la spesa di 10 euro per copia. L’esperienza dei libri fatti da sé è una nuova via che si sta facendo strada nella scuola italiana.

C’è un altro aspetto da considerare.

Tutti i libri rispettano un giusto formalismo sostanziale ed estetico. Serve per l’autorevolezza del testo. In questo caso la scelta è stata diversa.

I testi sono scritti come i ragazzi si esprimono. Significa con troppe ripetizioni, senza giustificare in word, ragionamenti logorroici e molti errori. Ovviamente una buona parte sono stati corretti dal professore. L’obiettivo dell’insegnante è stato quello di dimostrare agli allievi come solo dopo aver stampato un documento ci si può rendere conto degli errori. E’ chiaro che l’esperimento ha prodotto persone piene d’orgoglio per aver scritto qualcosa che ha senso.

Si spera, con questa iniziativa, d’aver offerto ai ragazzi nuovi e audaci argomenti per cercarsi un lavoro. Non solo anche l’aver consegnato alle imprese una marcia in più per restare sul mercato. Il tutto si chiama internazionalizzazione. Buon lavoro.

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