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Internazionalizzare: quanto e come. Prof Carlini

by Giovanni Carlini
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L’internazionalizzazione rappresenta la condizione per restare sul mercato.

Molte aziende italiane ancora non hanno capito.

Internazionalizzare è diventato conditio sine qua non per avere ancora una storia aziendale da raccontare. 

Internazionalizzare dovrebbe essere un concetto acquisito dalla massa delle imprese. In realtà non è così. Sicuramente i 4,5 milioni d’imprese italiane (con un tasso d’occupazione media pari a 3 dipendenti) hanno recepito la necessità. Di fatto meno del 20% lo ha tradotto in pratica. A questo dato si aggiunga che neppure il 10% delle imprese ha capito l’importanza di un piano di marketing. Il presente studio serve a mettere ordine su una tendenza discussa da tutti, ma capita da pochi.

PER INTERNAZIONALIZZARE UN’AZIENDA E’ NECESSARIO:

  • preferibilmente un consulente esterno che lasci l’azienda dopo 18-24 mesi;
  • redigere un piano di marketing (che progetti il futuro a 18-24 mesi)
  • al piano di marketing, affiancare un sistema di contabilità industriale. Tale sistema (vedi Carlini 11) deve registrare le spese effettive da confrontare al budget su base mensile;
  • quanto qui descritto è solitamente lavoro del consulente esterno, assunto a tempo determinato;
  • sempre il consulente dovrà attivare una squadra di ricercatori (ingegneri) per lo studio del prodotto;
  • il prodotto andrà adattato alle nuove necessità dei mercati esteri. Non si impone un prodotto all’estero ma lo si “americanizza” o nazionalizza;
  • la ricerca & sviluppo avviene con fondi pubblici che il consulente avrà attivato;
  • definito il prodotto e applicate le varianti al ciclo di produzione ci si congiunge con la ricerca di marketing avviata. Take ricerca, considerati in genere 70 paesi stranieri, punta a collaborazioni di ogni genere sul mercato internazionale;
  • individuati i primi scenari possibili sui mercati internazionali, il consulente parte per soggiornare mesi e mesi all’estero. E’ nato un processo d’internazionalizzazione. Non si internazionalizza un’impresa da dietro la scrivania o al telefono come al computer. E’ necessario visitare mercato per mercato, stringendo la mano di diversi imprenditori. Quest’ultimo aspetto è purtroppo poco noto alla classe imprenditoriale odierna.

Seguendo queste tappe si può internazionalizzare un’azienda. 

Il costo dell’intera operazione gravita intorno ai 100mila euro scarsi. La finanza agevolata (con eventuali stanziamenti a fondo perduto) interviene al 50%. In questo modo il reale costo per l’azienda è sempre inferiore ai 50mila euro sui 24 mesi. I benefici sul fatturato non possono essere inferiori al 20% nei primi 12 mesi successivi ai 24 di consulenza.

Casi concreti d’internazionalizzazione hanno consolidato la quota di estero sul fatturato al 50%. Prima di questo traguardo, ballerina e pericolosamente esposta. Internazionalizzare un’azienda rappresenta il futuro, il resto è guerra di trincea.

Buon lavoro.

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