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Integralismo europeista definisce la corretta valutazione di coloro che si percepiscono europei anzichè prima di tutto italiani.
In ambito didattico, con gli studenti, è frequente il confronto su Comunità europea si e Comunità Europea NO. I contorni del ragionamento sono:
- l’idea europea rappresenta una bella impostazione concettuale, applicata male;
- in particolare l’argomento è complesso perchè strutturato in 2 aree precise: quella economica e la successiva politica. La parte economica, iniziata nel 1958 e tuttora in corso è un successo per cui non è discutibile se non con un applauso. Dal 1992 è stata letteralmente “inventata” la parte politica della Ue che è un totale disastro compresa la moneta unica;
- impostato in questi termini il ragionamento le parti si dividono. Chi è pro Ue, non ammette discussioni (per questo rientra nell’integralismo europeista) e chiude il confronto sentendosi “europeo”. Chi al contrario ci ragiona sopra rileva che:
- 1 – di unitario c’è poco, manca ad esempio un contratto di lavoro comunitario, programmi scolastici, esercito, polizia, magistratura, fisco. L’Italia è attaccata alla limitazione del contante a 2mila euro quando in tutto il mondo, compresa la Ue, è di 10mila. Manca il fisco, le cartelle esattoriali valgono ovunque 3,5 anni mentre in Italia vanno oltre i 25 anni. Insomma l’elenco è veramente lungo (troppo) per definire unitaria la Ue. Ne consegue che sorge il dubbio nel chiedersi: di cosa stiamo parlando?
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2 – si nota, in forma smarcata e diretta, l’auto-convinzione degli europeisti d’essere tale, rifiutando la dimensione nazionale.
- Sorge la domanda: come si fa ad essere qualcosa senza riconoscersi nella dimensione nazionale?
- Sulla moneta unita e il suo errore strutturale, si è già scritto e ragionato molto per cui si rinvia a quanto già pubblicato dal titolo “La dollarizzazione della lira”. Ogni ragionamento parte comunque dalla considerazione della moneta come parte integrante del sistema economico. Furono i classici (Legge di Say) sbagliando a considerare la moneta come “un velo posto sull’economia” quando la realtà li ha sconfessati.
- Concludendo: cosa fare di fronte al fallimento della moneta unica? Applicare lo SME (sistema monetario europeo) già degli anni Ottanta. Una moneta di riferimento che potrebbe essere un’idea di euro e tutte le altre che oscillano in una banda prestabilita del 2,5 in più o meno. Tutto qui, è semplice
Ma per fare questo serve ragionare non essere vittima dell’integralismo dogmatico!