Inflazione alle porte e sono guai! Taccuino americano 2018

Inflazione alle porte come richiesto e fortemente voluto dalla Bce in Europa. Non so se l’inflazione sia un target anche della Fed qui negli Usa. Certamente ormai è una realtà, almeno negli Stati Uniti. Dovremmo essere contenti o preoccupati?

Personalmente sono molto ma molto preoccupato perchè l’inflazione distrugge come il fuoco nella foresta. Chi si salva? I commercianti e gli industriali (non sempre). Chi invece soffre moltissimo sono i dipendenti, salariati e ancor di più i disoccupati, che vengono spinti alla rivolta. In Germania, Hilter arrivò alla Cancelleria nel gennaio 1933 grazie all’elevato numero di senza lavoro. Poi i benestanti (ricchi) parlano di populismo!

Oltre le ovvie conferme pratiche dalle famiglie, che riescono a comprare sempre di meno, nella spesa alimentare, con lo stesso ammontare di denaro, arriva la statistica. Usa Today, quotidiano americano, il 2 agosto 2018, pubblica nella prima pagina della sezione B, Money, i primi dati.

Sotto la rubrica USA SNAPSHOT e il titolo Average CD yields (rendimenti) emerge che:

a) il tasso di rendimento a 6 mesi è oggi a 0,37%, una settimana fa allo 0,35% e un anno fa allo 0.22%;

b) a 1 anno il tasso passa dallo 0,36% di un anno fa all’attuale 0,72%;

c) con 2,5 anni il tasso d’interesse di oggi è 0,95%, costante rispetto una settimana fa quando l’anno scorso era 0,56%

d) nell’arco di 5 anni oggi il tasso è 1,29%, in lieve incremento rispetto alla settimana scorsa (solo 1 centesimo in più). Un anno fa però, lo stesso tasso era 0,92%.

Sono incrementi percentuali importanti tali da preoccupare. Chiunque valuti da solo studiando questa tabella:

Proseguire nel commentare un disastro di queste proporzioni imabarazza: grazie globalizzazione, questi sono gli effetti pratici. Grazie all’obama come il renzi, gente globalizzata, a volte neppure votata da nessuno che ha “governato”. Caspita come hanno governato!