Indro Montanelli è uno dei miei padri culturali. Al personaggio si aggiungano Oriana Fallaci e John Kennedy. Queste tre figure hanno diretto la mia passione per la cultura, storia e la politica. Ovviamente nulla riconosco nell’attuale Partito democratico americano rispetto ai valori degli anni Sessanta di Kennedy.
Per la prima volta nella mia vita, in terza e a volte anche quarta rilettura, sento una critica per Montanelli.
Indro Montanelli con i suoi 24 o 25 libri della serie “Storia d’Italia”, mi ha formato e diretto per tutta la vita. Ci sono dei volumi che nel corso di 50 anni credo d’aver letto 3 o forse 4 volte. In casa ho la stessa serie di Storia d’Italia di Montanelli in triplice edizione. Originale degli anni Sessanta. Di lusso che mi fa venire i brividi ogni volta che la vedo. Ed infine l’ultima degli anni 2016-2018.
Oggi, leggendo l’Italia del Seicento e precisamente nei passaggi noti come l’Altro Occidente e la guerra dei Trent’anni ,è accaduto qualcosa. Per la prima volta non mi trovo in accodo con l’autore. Ciò significa che non sentendomi a mio agio con quanto letto, ho allargato la ricerca su altri testi. Carissimo Direttore Indro Montanelli, da Suo allievo, mi scuso, ma ho approfondito alcuni passaggi.
Il concetto in contestazione è più o meno lo stesso. Montanelli quando si riferisce alla Chiesa Cattolica diventa ipercritico. I nomi sono storpiati e il valore e gesta compiti da gesuiti come altri cattolici, capovolti!
E’ probabile che a Indro Montanelli la Chiesa cattolica di Roma non piaccia. Potrei anche capirlo, in particolare per l’attuale pontificato, quello del “papa Francesco”. Per quanto possiamo trovarci spalla a spalla ostili alla Chiesa lui e io a un pontificato in particolare, quando si narra LA STORIA cambia tutto.
LA STORIA non ha partigianeria. Oppure meglio, c’è faziosità per quelli di sinistra e i poveracci d’animo e spirito. Personalità di spicco come Montanelli sono (dovrebbero essere) al di sopra del simpatico/antipatico.
Peccato Direttore non trovarsi in sintonia con Lei. Mi dispiace.
Di fatto ho condotto studi paralleli sulla Guerra dei Trent’anni (si veda la copertina di altro testo appositamente comprato). Inoltre ho dovuto approfondire il senso del lavoro svolto dai Gesuiti in Paraguay sulle “ridotte” apprezzandoli rispetto il disprezzo che Lei esprime.
Forse la cultura, quella bella e alta, include anche il distacco come segno di maturità.