Imprenditori d’assalto. Confronto Nord-Sud
Gli imprenditori sono coloro che nei momenti più difficili hanno il coraggio d’osare.
La guerra dei cambi e la fame per capire il quadro della situazione. Gli imprenditori hanno sempre bisogno di capire per agire.
E’ guerra! Come sempre a ogni crisi segue la guerra. La differenza questa volta è che il conflitto non è “laggiù” in Medio Oriente o in Asia. Solitamente per noi l’Africa/Asia se la sono cercata” tra dittatori da strapazzo e fondamentalismo sterile. In questo caso no! la guerra è qui. Con il caro euro il nostro lavoro non è vendibile all’estero. Ne consegue che resta confinato nell’ambito UE dove la domanda è in piena discesa.
Il calo dei consumi nella Ue è nell’ordine del 3%. Neppure valgono quei sofismi-equilibrismi tra chi “ci guadagna e chi perde” nel caro euro. Questo perché la benzina la usiamo tutti. Il quadro è semplice: dobbiamo proseguire a comprare materie prime essendo in crisi nel vendere. In un contesto di questo tipo, l’equazione non quadra. La consolazione d’aver venduto nell’export da record nei mesi scorsi non cambia il quadro. Il cambio con dollaro allora era di 1,25 contro 1 euro. Oggi è 1,40 contro 1 euro.
Non solo, l’impennata clamorosa del frumento, a cui segue tutto il resto nel campo alimentare, ha il potenziale di scatenare rivolte del riso, del pane e del cibo. Eventi che hanno già seminato morte nei paesi più deboli. Cosa attendersi nel futuro?
La forza della Cina è ora la sua debolezza. Imprenditori miopi.
La divisa americana non scende rispetto alle principali valute mondiali perché NON rispecchia il quadro macroeconomico del paese. Al contrario la divisa è un docile strumento nelle mani della Banca Federale. L’obiettivo è semplice. Se le merci statunitensi sono a buon mercato, saranno comprate dal resto del mondo.
Si scatena così un esodo di capitali dalle piazze finanziare americane a quelle dei paesi in fase d’affermazione, elevandone il valore della moneta. Con un real brasiliano più caro, le merci entreranno con maggiori difficoltà sul mercato americano. Questo è l’effetto principale del calo del dollaro: tagliare le importazioni e indirizzare la domanda interna sui prodotti nazionali.
La forza dei paesi emergenti, che ora si rivela il tallone d’Achille, era quella d’esportare a buon prezzo. Quando però il costo di produzione aumenta, tutto il meccanismo s’inceppa. La Cina, il Brasile, il Vietnam e molti altri hanno costruito il loro successo sulla disoccupazione dei paesi occidentali, non preoccupandosi del mercato interno. La morale è: chi la fa se l’aspetti.
Il collasso della Cina
Per anni è stato scritto quanto il mercato cinese sia a rischio di collasso sociale. Nessuno ci ha voluto credere. Oggi molti (troppi) si sono calati nel mercato cinese e sono destinati a subirne tutte le conseguenze. Non dicano però che non è stato scritto quanto pericoloso fosse quel mercato! La Cina non ha sviluppato un mercato interno, quindi è strutturalmente debole, mancando uno dei due presupposti per operare in forma capitalistica.
Il capitalismo per funzionare richiede delle condizioni minime che sono: la democrazia (la Cina è una dittatura) e mercato interno (praticamente inesistente o minimo).
Gli stessi dirigenti cinesi ammettono che se non crescessero dell’8% di PIL all’anno, il regime rischia rivolte popolari. Con la recente manovra sui cambi e il conseguente voluto deprezzamento del dollaro, la Cina è tagliata fuori dal mercato americano. Solo in questi giorni la Cina sta sperimentando i suoi limiti. Il più grande paese asiatico, con un mercato interno non maturo e le esportazioni fortemente ridotte le imprese italiane sono in crisi. Un effetto così pericoloso può essere mitigato solo lucrando sui differenziali di costo della mano d’opera. Anche con queste prospettive permangono gravi problemi di costi nei trasporti. Si conclama così la fine di un’era che troppo frettolosamente è iniziata. La Cina non scomparirà, forse la sua dittatura ha i giorni contati, ma la Cina resterà un paese emergente che deve imparare a costruire le basi per crescere.
Conclusione
Per un mondo che cambia, servono nuove politiche commerciali, di marketing, del personale e gestionali. Necessita un nuovo tipo di “imprenditore”. Queste sono le nuove regole per un mondo che dovrebbe essere nuovo, ma assomiglia tanto agli anni Trenta.
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Le interviste agli imprenditori
Oltre il quadro generale del mercato si entra nel dettaglio grazie alla partecipazione degli imprenditori. La scelta, come orami noto in questa serie d’articoli è tra imprenditori che agiscono al nord e al sud del Paese. La scelta filosofica dello studio sarebbe d’unire l’Italia per un mondo globalizzato.
In questo secondo numero di “nord e sud” dal settentrione la Lombarda Ceramiche spa. Una realtà di 40 dipendenti narrata dagli imprenditori che l’hanno fondata. Dal sud la Gravina Parquet, 37 tra uomini e donne descritta dal titolare.
Domanda: Perché interessati a presentarvi al mondo del parquet italiano ed europeo?
Michele Giorgio: da sempre l’azienda è sensibile a qualsiasi forma di divulgazione per quella che noi amiamo definire “la cultura del legno”. La vostra iniziativa rappresenta un ulteriore veicolo conoscitivo. Non potevamo non aderire.
Io stesso così come tutti i soci, ci siamo formati e cresciuti nel settore del parquet come posatori in un trentennio. Nel 1992 la decisione di tentare la strada imprenditoriale della distribuzione con il marchio Gravina Parquet.
L’obiettivo di farne un vero punto di riferimento nel settore, prima a livello locale e in seguito in Italia. Oggi è con grande orgoglio che posso tranquillamente dichiarare che ci siamo riusciti.
Ciò nonostante non abbiamo mai voluto rinunciare alla nostre origini. Il servizio squisitamente artigianale, di posa in opera, rappresenta il vero nostro valore aggiunto. La struttura operativa conta un gruppo di quasi 20 tecnici posatori specializzati, che sottoponiamo costantemente a percorsi formativi.
All’interno dell’iter di crescita aziendale abbiamo diversificato le nostre aree di business introducendo a catalogo il prodotto boiserie. Si tratta di autentici gioielli ebanistici, con cui abbiamo voluto concettualmente rielaborare la tradizione.
Interessante e innovativa è la nostra presenza all’appuntamento del “Salone del Mobile” di Milano.
Umberto Bronzieri: la LOMBARDA CERAMICHE spa viene costituita nel 1976 a Grumello del Monte (Bg) da Angelo Bronzieri.
Inizialmente fu ceramica, poi all’inizio degli anni 80, seguendo la richiesta di mercato siamo arrivati al parquet. Oggi il gruppo Lombarda ceramiche è costituito da 12 società. Siamo una “holding” che si occupa dalla commercializzazione di pavimenti in ceramica. Conserviamo la nostra passione per il parquet. Siamo presenti nella costruzione di mobili da bagno e vasche idromassaggio. Ci piace pensare alle scale, porte interne, basculanti, serramenti in legno e la produzione di serramenti in alluminio.
Domanda: in Italia nel primo quadrimestre dell’anno sono stati registrati il 43% in più di fallimenti rispetto al 2009. Si tratta del valore è più elevato comparato con il 2008. I dati non vengono diffusi per evitare che gli imprenditori si “spaventino”. Avete notizia di chiusure d’attività nel settore?
Michele Giorgio: le difficoltà hanno certamente comportato un ridimensionamento dei players attivi. Tuttavia, va puntualizzato, che si tratta in gran parte di realtà aziendali con dimensioni modeste, non dotate d’organizzazione aziendale. Altro aspetto da considerare, è che molte di queste stesse realtà cessano d’operare solo formalmente, iniziando fenomeni di lavoro sommerso. Restiamo noi per garantire il cliente con tutte le leggi e le accortezze richieste.
Umberto Bronzieri: concordo con Giorgio, noi la crisi la soffriamo ma l’affrontiamo. Solo con una severa organizzazione interna possiamo presentarci al mercato degni della fiducia dei nostri clienti.
Domanda: dopo una risposta così “aggressiva” alla crisi viene da chiedervi quali sono i punti di forza?
Michele Giorgio: Il nostro laboratorio artigianale e le straordinarie risorse umane che all’interno esprimono abilità artigiane. Attraverso ciò possiamo offrire al cliente tutto quello che le sue esigenze e aspettative non riescono a individuare in un catalogo prodotti.
In altre parole, attraverso l’ascolto cerchiamo d’interpretare i bisogni del cliente.
Chi entra nei nostri show room cerca una soluzione personalizzata. Per chi ricerca questo livello di qualità siamo in grado di “confezionare” un parquet su misura. Per le caratteristiche di finitura, trattamento superficiale, disegno, intarsio ed altro, può essere considerato unico nel suo genere. Altro punto di forza della nostra azienda è la passione per il legno che da sempre ci alimenta. Una passione che abbiamo saputo trasmettere a tutta la nostra forza lavoro e che comunichiamo ai clienti.
I nostri agenti non sono semplici venditori, ma ci piace intenderli quali consulenti del legno. Attraverso costanti investimenti in corsi di qualificazione professionale ci sforziamo di mantenere la passione.
Umberto Bronzieri I nostri punti di forza sono sicuramente un mix di tutti quei fattori che ho descritto nella storia aziendale. In particolare la possibilità di scegliere fra numerose tipologie di pavimentazioni e una consulenza eccellente.
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Domanda: i vostri fiori all’occhiello?
Michele Giorgio: Ciascuna delle realizzazioni presenti all’interno delle fotogallery sul nostro sito internet. Dalla semplice residenza privata, all’intervento in ambienti pubblici.
Umberto Bronzieri: Per noi, tutti i lavori che realizziamo, rappresentano dei fiori all’occhiello di cui andar fieri.
Domanda: come si compone l’offerta?
Michele Giorgio: i business su cui la Gravina Parquet è concentrata comprendono innanzitutto il settore del parquet. Dal massello al cosiddetto prefinito e il bamboo, per concludere ai parquet per esterni e agli sportivi. Ci occupiamo anche di scale, boiserie, resine e complementi d’arredo.
Umberto Bronzieri: La nostra offerta in merito alle pavimentazioni in parquet ci sta portando sempre di più nel cuore dei nostri clienti. Visto il notevole utilizzo di riscaldamento a pavimento noi siamo leader nel settore.
Domanda: quanto avete investito nell’allestimento e nel mantenimento dello show room? È una spesa ripagata?
Michele Giorgio: La nostra policy aziendale ha sempre riservato alla materia “comunicazione” grande importanza. Crediamo che parlare alla gente sia tra le strategie più penetranti per attirare le loro attenzioni sui nostri prodotti e servizi. Allora quale migliore strumento per comunicare con il mercato nel modo più immediato possibile, se non i nostri show room? Ecco perché la nostra attenzione è costantemente rivolta alla loro cura. Sappiamo che tali veicoli rappresentano il nostro primo bigliettino da visita e il nostro sforzo è proteso affinché chiunque approcci ai nostri punti vendita, non si neghi mai un sorriso, la disponibilità di consulenti preparati e un ambiente accogliente, dotato di un ventaglio di scelte che non disattendi mai le loro aspettative.
Umberto Bronzieri: La nostra Sala Mostra che oggi è di circa 3.800 mq è in aggiornamento continuo, e rappresenta per noi, unita alla competenza e professionalità del nostri consulenti delle vendite, il fiore all’occhiello per la nostra azienda. Ma non basta. I nostri fornitori sono sempre disponibili per quanto concerne l’aggiornamento della Sala Mostra. In questo modo possiamo allargare la cernita e la scelta dei materiali più idonei da presentare alla nostra clientela, vista la notevole offerta di materiali oggi presenti sul mercato.
Domanda: quale trend prevede per i pavimenti in legno nei prossimi anni?
Michele Giorgio: tutti sappiamo quanto oggi siano d’attualità i temi delle bioarchitettura, bioedilizia e del risparmio energetico. Argomenti, che tra i più aspetti, esaltano le caratteristiche del legno e i suoi utilizzi nelle abitazioni del futuro. Ritengo pertanto che questa materia prima possa affermarsi prepotentemente.
Umberto Bronzieri: La richiesta dei pavimenti in legno è già da qualche anno sempre maggiore. Riteniamo che sarà così anche per i prossimi anni.
Domanda progetti per il futuro?
Michele Giorgio: Per un’azienda dalla medie dimensioni come la nostra, sarebbe già molto importante consolidarsi all’interno dei suoi principali mercati di riferimento. Puglia e quelle limitrofe. Tuttavia la nuova iniziativa per la commercializzazione delle nostre Boiserie, indirizzata prevalentemente al mercato contract, ci apre a nuovi mercati. Ad esempio prossimamente saremo presenti all’Index di Dubai.
Umberto Bronzieri: A questa domanda vorrei dare una risposta “a più step”. Relativamente alla clientela distinguerei tra quella privata dalle aziende. La prima rappresenta per noi circa l’80% del fatturato, mentre le imprese sono circa il 20%. Vista la notevole scelta d’articoli trattati vogliamo essere un punto di riferimento per il professionista.
Nell’ambito dei servizi cominciamo dalla consulenza pre-vendita al cliente. Quindi la scelta del materiale più idoneo. L’elaborazione del progetto, il rilevamento delle misure in cantiere, la consegna del materiale e infine la posa in opera.
Su questo aspetto si innesta un punto importante per noi: la formazione continua del personale. Infatti la cantieristica oggi è in assoluto quella fetta del mercato che sta risentendo maggiormente la crisi. C’è l’esigenza di spendere di meno. Sta a noi far capire che per la pavimentazione in legno, bisogna affidarsi ad aziende qualificate per non aver problemi post vendita.
Conclusioni. Gli imprenditori che gentilmente hanno risposto all’intervista sono degli ottimisti! Del resto è nella natura degli imprenditori guardare con favore al futuro. Possiamo vivere di ottimismo oppure è superficiale?
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