Imprenditore che si lamenta ma non reagisce. Preferisce restare fermo. E’ la sorte della maggioranza dei cosiddetti imprenditori. Cosiddetti imprenditori, perché inadeguati al ruolo e a cultura incompleta. Questa gente rappresenta la maggioranza. Da qui si capisce anche perché il PIL non cresce.
Imprenditore che si lamenta: che novità! E’ un piagnisteo continuo e inarrestabile. Diciamo che lo sport nazionale dell’imprenditore è lamentarsi. Forse il Capo dell’azienda potrebbe anche aver ragione, anzi, a ben guardare centra sempre il tema. I guai iniziano quando ci sono le soluzioni ma non sono colte. Ecco che “lì” frana inesorabilmente tutta la “ragione” del cosiddetto imprenditore. A quel punto emerge, impietosa, la povertà della classe imprenditoria italiana.
I riferimenti sono tanti. L’ultimo in ordine di tempo riguarda il 12,5% della media triennale del fatturato per l’internazionalizzazione. Lo Stato mette a disposizione delle aziende dei fondi pari al 12,5% del fatturato medio del triennio. Si tratta di soldi necessari alla conquista di quote di mercato all’estero. Potrebbe anche essere per aprire una sede estera per produrre. Con quei fondi si può anche brevettare un’invenzione da vendere sui mercati internazionali.
A dir la verità la ricerca e lo sviluppo è l’anima del progetto d’internazionalizzazione.
L’imprenditore che si lamenta, non apprezza questa iniziativa da parte dello Stato. Non l’accetta perché entro 10 anni, senza interessi, deve restituire il capitale. Tradotto, vuol dire che se i fondi sono gratuiti, il grande capo dell’azione “rischia”. Nel caso invece i fondi siano da restituire, cessa l’attitudine al rischio dell’imprenditore. Caspita come siamo messi male come sistema paese!
Di fronte a una miopia del genere, la Confindustria è disinteressata. Quello stesso organo a pagamento (il sindacato degli imprenditori) che dovrebbe aiutare le aziende, tace. Mamma mia, ma dove siamo finiti?
La delusione è immensa, sono deluso come italiano, non tanto come e solo da consulente aziendale. E’ un concetto diverso. La Nazione s’affida a gente che non è in grado di svolgere il proprio lavoro. 4 milioni e mezzo d’imprese con mediamente 2,8 dipendenti a testa. La stragrande maggioranza è fatta d’imprenditori che sanno lamentarsi, ma non reagire.