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Immigrazione, la posizione italiana è di torto marcio. Perchè lamentarsi?

by Giovanni Carlini
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Immigrazione, la posizione italiana è di torto marcio. Perchè lamentarsi?

L’immigrazione è il tema sul quale l’Europa si rompe. In pratica la Brexit è stata motivata proprio da un rifiuto ai flussi immigratori. Chissà perché In Italia c’è una diffusa lamentela verso il comportamento freddo dell’Europa. Ci si lamenta che “gli altri” non vogliono lo stesso disordine sociale causato in Italia dall’immigrazione. In realtà il punto di vista va completamente rovesciato. Chi è il responsabile italiano nel non aver saputo chiudere la frontiera?

Pare che sull’immigrazione, in realtà ci sia una manovra politica. Si può affermare che c’è un deciso interesse da parte del cosiddetto “Pd”, nel cercare nuovi elettori. La prova è palese nelle recenti “primarie”. L’attuale segretario del partito ha ricevuto un chiaro aiuto dal voto degli immigrati. Il “Partito democratico” si è elevato a difensore politico degli immigrati. In questo ha sia cercato nuove fette d’elettorato sia compromesso verso la Nazione. Di fatto la frattura sociale in essere, causata dall’immigrazione, ha una sua precisa e diretta responsabilità. In questa chiamata a rispondere del proprio operato, c’è la crisi di quel partito.

Come se ne esce? Gli strilli del Vaticano, pro-immigrazione sono da tradurre in forma ideologica. Purtroppo l’attuale pontificato soffre per un pontefice politicamente sbandato. Un attivismo sociale che, se comprensibile in America Latina, è mal posto ed estremistico su scala planetaria. Emerge nell’attuale pontificato il limite dell’estrazione regionale del Papa. In pratica quel che “va bene” in America Latina, non è applicabile al resto del mondo. Peccato, una bella idea di pontificato è ora alla deriva.

La conclusione è “facile”. L’immigrazione è un fatto epocale è vero. Gode però anche di una chiamata locale. Non si tratta solo di lucrare sui 35 euro/giorno per immigrato. C’è una chiara e diretta responsabilità di partito che deve rispondere alla Nazione per le sue scelte. Il punto ora è un altro. Quando sarà possibile respingere nei luoghi d’origine questa massa di disperati, che non hanno posto in Europa?

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