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Il ritardo di apprendimento con la dematerializzazione in uso nella scuola

by Giovanni Carlini
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Il ritardo di apprendimento con la dematerializzazione in uso nella scuola. Si sta osservando una triplicazione del tempo di apprendimento nelle giovani generazioni in presenza di dematerializzazione. Che peccato!

Il ritardo di apprendimento negli studenti normali con l’uso della dematerializzazione ha una sua quantificazione ben precisa: per 3! Il tempo necessario per comprendere un concetto, in assenza di supporto cartaceo e fisico, produce il triplo di difficoltà usualmente affrontate nell’azione di capire e rielaborare. Si tratta dell’esito che emerge dalla nuda e cruda pratica di docenza applicata su più tipologie di studenti. Non è noto perchè la Scuola italiana abbia avviato un processo di dematerializzazione nel tentativo d’essere moderna e innovativa, certamente i risultati sono deludenti.

La mente umana, oltre le mode e la finzione (di cui il social è colpevole) funziona con procedure standard. Tradire i normali processi evolutivi produce quanto qui sintetizzato: il ritardo di apprendimento. Possiamo permetterci una generazione che deve pensare di più per elaborare un concetto e prendere di conseguenza una decisione? Alla fine la riflessione torna sempre su un ragionamento più volte qui sviluppato. Con divorzi giunti al 43% in Italia (al 45 negli Usa) e al 60% di abbandoni nella convivenza, qualcosa, a livello di sintesi nella mente umana non funziona più o di meno rispetto al recente passato. La stessa qualità di ragionamento è scadente da cui emerge il cosiddetto femminicidio. Chissà come mai le giovani coppie non sanno elaborare il sentimento di base della relazione affettiva e sociale: l’amore.

L’abuso del web, il social e la connessa superficialità espressiva, è datata dagli anni 2000. Ne consegue che il ritardo di apprendimento si è scatenato in forme progressivamente sempre più importanti negli ultimi 18 anni. Potremo porre rimedio a questa ennesima ondata di superficialità umana che si perde nel futile? Qui non si tratta d’essere ottimisti o pessimisti. E’ proprio nella “costruzione” delle giovani personalità che abbiamo perso qualcosa e la dematerializzazione acutizza la crisi rappresentando uno di questi passaggi critici.

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