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Il problema italiano è duplice. Prof Carlini

by Giovanni Carlini
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Il problema italiano è duplice: economico e politico. Questo commento sta partendo tradotto in francese e inglese per spiegare ad altri ricercatori cosa sta accadendo in questo Paese.

Specificatamente, sul piano economico l’indebitamento del debito pubblico italiano al -158% sul PIL, lascia capire che il Paese sia fallito per eccesso d’indebitamento. Un fatto di questo tipo autorizza a pensare alla morte della moneta unica, perchè il fallimento dell’Italia si porta dietro anche il fallimento dell’euro (il che ci rallegra anzichè intristirci, perchè siamo favorevoli alle monete nazionali).

Per quanto riguarda il problema politico è che dal 2011 ad oggi, chi dirige il Paese non è stato eletto da nessuno. A peggiorare le cose sono stati eletti sindaci (solo 2 mesi fa, a settembre 2021) personaggi con il solo 38% – 40% d’affluenza complessiva alle urne. Elettori che hanno votato per diversi partiti. In questa frammentazione, quelli che hanno “vinto” hanno ricevuto meno del 20% o anche meno, dei voti validi di quelli che avrebbero dovuto votare. Possiamo avere sindaci a Milano e Roma che non rappresentano nulla e nessuno pur essendo in carica?

Il combinato disposto di Governi non eletti da nessuno e ora sindaci in carica ma non rappresentativi, crea il “caso italia” ovvero un Paese a democrazia sospesa.

Ecco il problema italiano.

Una deriva di questo tipo crea un disagio sofferto, ma non dichiarato nella stessa Ue. Inoltre va spiegato anche che l’Europa non è la Ue!

L’Europa è una realtà di 45 stati quando l’Unione Europea ne raccoglie solo 26 per quanto i principali.

Il problema italiano si somma anche a quello della Ue.

Solo un esempio. Il diritto comunitario è da considerarsi prevalente su quello nazionale o solo indicativo?

Il caso Polonia-Ue denuncia l’invadenza del diritto comunitario che pretende d’essere superiore a quello nazionale.

Con queste premesse alla crisi italiana si somma anche quella della Ue.

Grazie a tali considerazioni, l’ipotetica affermazione dell’estrema destra in Francia prima e in Italia poi, rappresentano solo la naturale reazione alla deriva sinistroide della Ue.

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