Il partito democratico negli Usa è così noioso

by Giovanni Carlini
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Il partito democratico negli Usa in occasione delle Presidenziali di quest’anno è così scontato e noioso che non credo vinca contro Trump. Al contrario il candidato repubblicano, che è molto lontano dalla perfezione, resta ruspante, divertente e innovativo.

Chi ha capito l’importanza del dazio e di dare un freno alla globalizzazione se non Trump? 

Donald Trump è una figura mediocre, ma è l’unico che abbiamo in grado di cambiare un mondo alla deriva. La globalizzazione è stata un fallimento. Non ha saputo mantenere le promesse di mantenere ed alzare il benessere in Occidente. Ha dato di che vivere ai cinesi? ma questo non rientra nel nostro interesse d’Occidentale, anzi! Visto i risultati, pare che la Cina morda la mano a chi l’ha aiutata ad uscire dalle frequenti carestie da 25 milioni di morti (anni Cinquanta).

Dar da mangiare agli altri popoli è un problema della singola cultura non del pianeta. Le culture nel mondo sono 9. Ogni assetto culturale (o razza per quanto la parola sia in questo momento non di moda ma reale da 50mila anni) ha una sua precisa responsabilità. Se i figli dell’Africa muoiono di fame è perché la cultura africana non ha maturato quella sensibilità così cara agli Occidentali.

Se il rapporto di genere, nel mondo islamico, è rovesciato rispetto all’Occidente, è un loro problema non nostro. 

Indubbiamente le rivoluzioni borghesi, quella industriale, il capitalismo e l’industrializzazione, la paci di Vestaflia del 1648. Quindi le due guerre mondiali e la società dei consumi (storia dell’Occidente) hanno modellato un livello culturale che non appartiene a chi è rimasto fuori da queste esperienze.

Il partito democratico negli Usa fa del mondo una tribù quando questo non è vero.

Non solo, ma anche sul piano concettuale, sentir parlare il candidato presidensiale democratico mette “paura” dal livello di noia.

Con queste premesse tenersi il modesto e troppo modesto Trump, ma pratico ed efficace, è la scelta migliore.

Certo non è stato ancora risolto il problema nel trovare una guida ai repubblicani che sia meno istrionico e più lontano dal social. Più presidenziale!

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Andrea Fossati 25 Settembre 2020 - 11:15

Si beh professore lei parla del Partito Democratico, ma anche quello Repubblicano non scherza in quanto a povertà di contentuo: ho ascoltato la prima ora del day one Repubblicane e nella sostanza più che elogi al Presidente Trump e rimandi sulla necessità di una maggiore sicurezza nazionale è stato poco altro. Su di una cosa però vi è differenza rispetto ai democratici: i repubblicani sono nati come e rimangono il partito della classe media e della borghesia rurale e questo, al di là dei soliti discorsi di massima da propaganda, si sente e percepisce. In campagna elettorale entrambi i partiti dicono sostanzialmente le stesse cose, meno tasse, più lavoro, meno corportaion e lobby e più famiglia ma la maggior coerenza di classe che dimostrano i repubblicani rispetto ai democratici (in evidente crisi d’identità) e la capacità di Trump di “vendersi” determineranno la vittoria di quest’ultimo.

Giovanni Carlini 25 Settembre 2020 - 13:59

Carissimo, grazie per il Suo intervento. La probabile rielezione del Presidente Trump deriva soprattutto da aspetti economici essendo l’unico capo di un governo che sa elevare i dazi a favore della Nazione.

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