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Il nazionalismo che gli italiani utilizzano è sempre “di maniera” mai ideologico, potremmo dire “funzionale a…”

Il riferimento coglie sia Caporetto nell’ottobre del 1917 come la Resistenza e la corrispondente Repubblica di Salò. Per quanto l’equiparazione tra vinti e vincitori non sia usuale nel lessico storiografico nazionale, la storia ha il compito del riequilibrio. Il nazionalismo degli uni contro quello degli altri, comunque italiani, fu un sentimento di quel momento.

Nella storiografia delle altre Nazioni, quelle principali nella storia del Pianeta Terra, quindi Occidentali e Giappone, il loro nazionalismo fu ideologico. I giapponesi erano e sono nazionalisti non di meno dei tedeschi, francesi e britannici.

Si potrebbe affermare come le Nazioni appena indicate siano costantemente nazionaliste; lo erano e sono tali.

A differenza “di loro” l’Italia, la più povera Nazione tra quelle principali, adotta invece un nazionalismo necessario. Vuol dire essere patriottici a misura del tempo richiesto; come se ci fosse una sveglia per interrompere quel sogno. Che peccato!

Certamente tra il nazionalismo necessario e quello ideologico è aperta la discussione (senza fine) su quale sia il migliore.

Quale tra i due nazionalismi contribuisce a rendere la Nazione una Patria, aiutando i figli a crescere come cittadini migliori?

Il dibattito è aperto e forse senza fine. Peccato perchè questa tema nel lessico italiano è sempre soltanto accennato. Evidentemente non lo si vuole approfondire appositamente, considerata l’eccessiva presenza di sinistra nel Paese. C’è sempre qualcosa di sinistro in Italia.

Relativamente ai mesi di marzo e aprile, ma anche maggio e giugno 2020 dell’Italia nella pandemia da polmonite cinese, c’è stato ampio ricorso al nazionalismo necessario. 

Anche quelli di sinistra hanno accettato il ricorso all’italianità. Un concetto, quello d’essere italiani che spesso viene taciuto perchè contro immigrazione. Di fatto però e qualsivoglia, siamo ancora e pur sempre 55 milioni d’italiani e 5 d’immigrati nazionalizzati e ancora altri 5 milioni d’immigrati a spasso. L’italianità esiste ancora!

Si conferma, in questo modo, il ricorso all’uso del concetto di nazionalismo, nei momenti di difficoltà nazionali in Italia. Che sia un bene o male o forse troppo poco, resta destinato a un dibattito tutto da svolgere he nessuno apre.

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