Il costo del personale quanto dovrebbe incidere sul fatturato in percentuale?
Il costo del personale quanto dovrebbe incidere in percentuale sul fatturato? Indicativamente i dati sono:
- normalmente dovrebbe essere intorno al 15%. Questa incidenza considerando anche la retribuzione del titolare dell’azienda. Non solo, anche ogni altro emolumento riconosciuto;
- alcune imprese manifatturiere, con felici bilanci in crescita costante (periodo 2011-2018) si sono spinti, sul costo del personale in incidenza sul fatturato, fino al 30%;
- il call center, come tipologia d’impresa (che è in crisi) s’aggira sul 25%. Cè un commento a questo articolo che indica addirittura il 60-65%, ma senza fornire il bilancio per poterlo esaminare;
- i negozi di moda del centro città, che osservano 7 giorni su 7 di lavoro per 12 ore raggiungono il 18%.
Chi ha ragione? Non è possibile stabilire un termine di “ragione” con tale variabilità. Il ragionamento dovrebbe investire le risorse umane per chiedersi: il personale è sufficientemente motivato?
Possiamo pensare che i manager producano idee e punti di vista anzichè il mantenimento dello status quo?
L’impresa è “scattante” e capace di reagire alla mutevolezza del mercato, oppure resta ferma e fragile?
Sarà necessario un ciclo di formazione e sensibilizzazione delle maestranze all’importanza dell’azienda, cliente e del rapporto con l’utenza?
Il costo del personale va visto non come un “costo” (termine improprio) ma nei termini d’investimento. La trasformazione (da costo a investimento) avviene con un processo di formazione continuo.
La formazione, come atto di trasformazione-evoluzione del costo del personale, in un investimento sul personale, va pensata differenziata per categoria. Significa analizzare l’identificazione del dipendente nell’azienda (cosa fa o dovrebbe fare) logo, missione e scopo sociale dell’impresa. Si è vero, non ho sbagliato parola, ho detto “scopo sociale” dell’azienda. L’impresa, la fabbrica, hanno una missione nella società che è quella di produrre ricchezza e benessere (stipendi e pensioni) ma questo va spiegato perchè possa essere capito.
Solo in questi termini, il costo del personale, assume delle dimensioni gestibili e armoniche nell’ambito del bilancio. Buon lavoro.
52 comments
Buonasera,
sto facendo un’analisi aziendale per un progetto universitario e ho qualche dubbio riguardante l’incidenza del costo del lavoro sul fatturato totale dell’azienda. non avendo numeri a disposizione, posso basarmi solo sulle percentuali fornitemi: vi è un incidenza del 10%, di cui il 3% è destinato agli agenti di commercio, mentre il 7% ai dipendenti. Leggendo il suo articolo sono riuscita a farmi un’idea, ma volevo sapere più specificatamente cose ne pensava una persona più esperta. Spero di poter avere qualche chiarimento da parte sua.
Cordiali saluti,
Carlotta Cascio
buonasera, ma Lei ha la mia email?
Mi dispiace ma non credo abbia ben chiaro come sia strutturato il conto economico di un Call Center. In questa tipologia di aziende il costo del personale oscilla tra il 60% e il 65% del fatturato determinando di fatto l’utile o le perdita dell’azienda.
saluti
Piero Civita
La ringrazio per il Suo commento, i bilanci di una dozzina di call center che ho analizzato confermano un costo del personale non superiore al 25%, Lei parla di un 60-65% il che m’interessa come “caso di studio”, può condividere con me il bilancio a cui fa rierimento? grazie, il prof
Buon Giorno Professore,
secondo Lei l’outsorcing potrebbe essere un valore aggiunto per meglio gestire le Aziende?
Quali possono essere le ipotesi di applicazione?
Grazie
Amedeo Farina
La ringrazio Signor Farina per essere passato da queste parti lasciando un commento.
Studiando molte realtà aziendali che hanno fatto ricorso all’outsorcing, noto un reale calo del costo del lavoro nell’ordine del 6-7%, ma un contestuale incremento del costo complessivo di lavorazione dell’8-10 e anche 12-14%.
Cosa è accaduto?
E’ semplice, le maestranze assunte direttamente e curate (quindi in presenza della funzione di gestione delle risorse umane) causa fedeltà, lavorano più velocemente e meglio di quelle “sbattute in giorno da un cliente e successivamente dall’altro”. In soldi, significa che i giovani maneger che utilizzano l’outsorcing, guardano solo al costo facciale della lavorazione illudendosi di aver “risolto il problema”, quando in realtà hanno gettato le premesse per la successiva crisi dell’azienda.
Mi dica, Signor Farina, se sono stato esaustivo.
Buongiorno vorrei sapere come calcolare l incidenza del costo del.personale sul fatturato aziendale. Graie
Buongiorno Signora, grazie per essere qui e per aver letto lo studio. L’incidenza del costo del personale sul fatturato lo calcola direttamente Lei dopo aver chiesto allo Studio paghe/commercialista o alla Sua amm.ne IL COSTO INDUSTRIALE DEL LAVORO. Come sa tra netto e costo industriale c’è una differenza dell’84% che varia a seconda della finanziaria-legge di bilancio in corso. Ne consegue che per aver l’esatto importo del COSTO INDUSTRIALE le conviene chiederlo, su base annua e per singolo dipendente, a chi le redige gli stipendi. Volendosi “arrangiare” sbrigativamente, aumenta dell’84% il netto che accredita in banca come bonifici ai dipendenti. Ottenuto il COSTO INDUSTRIALE lo pone in relazione (fa la divisione) con il fatturato. Ponendo quest’ultimo al numeratore e il COSTO INDUSTRIALE al denominatore ottiene l’incidenza del costo del personale sul fatturato.
Per l’intero procedimento ho 2 modelli in excel che ho inventato io ma non credo le interessino, si chiamano Carlini11 e Carlini17 ovvero sono i sistemi di sintesi di contabilità industriale 11 e 17 della serie che applico quando sono chiamato in consulenza, presso le aziende, o per svolgere corsi al personale addetto/proprietà dell’azienda al fine di trasmettere questi criteri di analisi.
In gamba, il prof.
Salve se in azienda che fattura 1 milione di euro ha agenti di commercio e dipendenti (titolari inclusi), quanto secondo lei può essere un’incidenza sul fatturato per entrambi ( e quanto le singole voci cioè agenti su fatturato e dipendenti su fatturato )?
Grazie per avermi scritto Signora Aratti,
nel conteggio dell’incidenza del costo del personale sul fatturato NON consideri gli agenti che vanno a provvigione sul venduto a meno che non abbiano un fisso.
Ovviamente il titolare rappresenta un costo come tutti gli altri.
Se ha necessità mi scrive tranquillamente.
Il prof
infine, Signora Aratti, con un fatturato di 1 milione di euro, l’incidenza del costo del personale (incidenza di costo industriale non del solo lordo) non dev’essere superiore al 17% ovvero 170.000 inclusi i contributi INPS e INAIL. Valori superiori pongono in crisi l’azienda che dovrà tagliare altri costi “per starci dentro” ma apre così quella crisi che nel tempo (non lungo) la porta alla chiusura per bancarotta.
Buongiorno. Sono socio titolare di una ditta di servizi agricoli che fa lavori conto terzi in aziende agricole principalmente.
Il 2018 abbiamo avuto un fatturato di circa 300.000 euro a fronte di un costo dipendenti di 240.000 euro circa.
Crede che questo rapporto sia completamente sbagliato?si può solo agire aumentando il costo orario dei nostri dipendenti?purtroppo la concorrenza è spietata e con prezzi più alti siamo fuori mercato. Può consigliarmi qualcosa?grazie
Grazie per avermi scritto e letto il mio studio, Le ho appena scritto una email
si questi dati non sono soggetti a specificità di settore (stiamo parlando ovviamente del costo del personale) non di quello di acquisizione delle merci (materia prima ad esempio)
grazie per avermi scritto Signor Roberto Beneduci
grazie mille dell’indicazione. gli agenti di commercio – che lavorano per l’azienda come liberi professionisti e non dipendenti – sono inclusi in questa percentuale (intendo le provvigioni e quant’altro), secondo il suo parere?
Grazie mille
scusi prof. ho visto dopo la sua seconda risposta! La ringrazio ancora, Anna Ratti
Le ho scritto delle email le riesce a leggere? Inoltre vorrei dirLe che non è “secondo me” ma questi dati emergono dallo studio comparato annuale che Unioncamere svolge su 4,5 milioni d’imprese italiane, motivo per cui non c’è un “mio punto di vista” ma l’applicazione di criteri medi su tutte le imprese di questa Nazione
Buongiorno!
Quale è secondo lei la percentuale del costo del lavoro per uno studio professionale? Esempi: studi di ingegneria, architetti,avvocati,commercialisti etc
Grazie
grazie per avermi scritto. Ci tengo a precisare che non si tratta di un “mio” pensiero ma quanto emerge dai dati incrociati dei bilanci depositati in tutta Italia ed elaborati da UNIONCAMERE. Il mio intervento è solo nello studiare caso per caso in base a quanto emerge su scala nazionale.
Buongiorno Prof.,
Vorrei chiedere un parere su un’azienda che si occupa di produzione e vendita di prodotti di pasticceria (molta manodopera).
Quale dovrebbe essere, a suo avviso, il costo del personale su un fatturato di 480.000 euro.
Grazie in anticipo per la sua attenzione.
come scritto nello studio siamo nell’ordine del 17% del fatturato. Certamente possiamo anche accettare livelli più elevati ma qual’è la giustificazione, ovvero c’è un progetto industriale che sostiene nel futuro il maggior onere del costo del personale rispetto gli standard? Se ha piacere mi scriva pure e Le risponderò. Grazie per essere passato da queste parti. Il prof
Buongiorno Prof,
la seguo da anni da una mia analisi mediamente per sostenere un dipendente che guadagna 2000 euro al mese, in singolo fatturato uomo non può esser Inferiore ai 250.000 euro (markup).
Il margine sull’attività è 35% medio
La ringrazio per la cortesia di seguirmi da anni e i Suoi commenti sono sempre graditi e molto apprezzati. Quanto Lei afferma è certamente vero ma resta relativo alla tipologia d’impresa (il settore). Ad esempio in un ambito commerciale (che è più pesante rispetto quello manufatturiero) servono 500mila euro di fatturato per sostenere un posto di lavoro da 2mila euro.
In gamba – il prof
Buonasera.
Le incidenze medie del costo del lavoro, rispetto al fatturato (volume d’affari) di un’azienda trovano in qualche maniera un fondamento su studi e/o casistiche ufficiali, magari dell’Agenzia delle Entrate (circolari, risoluzione ecc…) o piuttosto dell’INPS
Se si Le sarei grato se potesse indicarmele.
In caso contrario, quali sarebbero i calcoli da Lei adottati?
Per una società di “servizi alle imprese” (codice attività ATECO 82.99.99) a quanto si potrebbe stimare detta incidenza?
Benvenuto, i dati provengono da UNIONCAMERE che nelle sue 110 sedi italiane esamina i bilanci di tutte le imprese soggette a deposito del bilancio. Nel nostro Paese ci sono 4,5 milioni di attività (tra i diversi tipi) qualle artigiane ammontano a 1,7 milioni da cui se ne desume che ci sono 2,8 milioni di bilanci italiani esaminati. Ecco il criterio che “ho adottato” nelle considerazioni che ho pubblicato, il resto è consulenza pura, ovvero le aziende mi chiamano per redigere un piano di marketing e impostare la contabilità industriale. In gamba. Il prof
Faccio parte dell’amministrazione finanziaria. Stiamo facendo un controllo ad una società cooperativa che si occupa di sostegno alle imprese (pare si tratti di manodopera prestata). Ha conseguito nel 2017 un volume d’affari di circa 5 milioni e, induttivamente, vorremmo determinare l’eventuale utile, ma non abbiamo contabilità. In quanto potrebbero essere stimati i costi del personale?
Esistono due tipi diversi di contabilità, quella generale che è fissata per legge (oggetto d’interesse per l’azione inquirente) e industriale, detta anche “sporca” perchè ognuno la sviluppa come lo ritiene funzionale. E’ palese che la contabilità generale da cui scaturisce l’utile/perdita ha valore fiscale ed è soggetta al controllo politico-fiscale (il fisco è politica) mentre la contabilità industriale serve all’azienda e al suo futuro. La mia azione è su quest’ultima contabilità che prende i dati dalla generale e dal bilancio ma li rielabora completamente per capire quali proiezioni-correzioni siano necessarie per il futuro dell’impresa. In conclusione la mia professionalità e quanto generalmente qui studiato rientra molto poco nella contabilità generale (certo sono un’eccezione i 5 articoli sul maxicanone in leasing appena pubblicati) perchè voglio sentirmi al servizio dell’impresa anziché agli orientamenti politici di un fisco che oscilla da un estremo all’altro. Buona fortuna. Il prof
Buongiorno Professore,
vorrei sapere, indicativamente, quel’è il rapporto medio fatturato/costo del lavoro per il settore delle imprese a servizio dell’agricoltura che seguono sfalci, movimenti terra, ecc. e per quelle del settore dei lavori pubblici.
La ringrazio.
Grazie per aver preso contatto Signor Turazza, considerato che ha indicato la Sua email, Le scrivo direttamente. Il prof
Eccomi a Lei, buonasera.
In Italia abbiamo 4,5 milioni d’imprese in attività, di queste 1,7 milioni sono artigiane e non depositano il bilancio presso la Segreteria della Cancelleria del Tribunale presente presso la Camera di Commercio. Ne consegue che abbiamo 110 Camere di Commercio che ricevono ogni anno 2,8 milioni di bilanci che sono rielaborati, a fini statistici da Unioncamere (l’ente di coordinamento tra Camere in Italia).
Quel 17% massimo d’incidenza sul fatturato del costo del personale è sano e indicativo ma subisce modifiche per i call center, ad esempio, dove il costo INDUSTRIALE del personale sul fatturato “schizza” al 22-25%.
Del resto i call center hanno solo una scrivania e un telefono per addetto: poca roba!
Ipotizzare costi del personale come incidenza sul fatturato più elevati è possibile ma comporta una contrazione delle spese commerciali, ad esempio che dovrebbero incidere al 4% sul fatturato, quindi le spese generali (dignità del posto di lavoro) che generalmente sono all’8% sul fatturato, oppure sugli acquisti di materie prime che contano tra il 25% del fatturato fino al massimo 70 (eccezione per le imprese siderurgiche e autosaloni che raggiungono il 90%).
Comprende Signor Turazza che “è possibile” avere più dipendenti del previsto ma a scapito delle altre componenti di costo e d’investimento sul fatturato.
In pratica è come dire che un corpo sano ha 9 milioni di globuli rossi! e se ne avesse 7 o 13? Sono certo che ha compreso il senso di quanto Le ho scritto, resto a Sua disposizione.
In gamba – il prof
Egregio Professore, la ringrazio innanzitutto.
In realtà la finalità della mia domanda è diversa. Sono Direttore di un Consorzio di Bonifica che occupa circa 200 dipendenti e che ha un conto economico dell’ordine di 27 milioni di euro, per la parte corrente, cui si sommano le entrate per i lavori di natura straordinaria che anno per anno eseguiamo su finanziamenti “pubblici” di Stato, Regione UE, ecc. .
Mediamente affidiamo a terzi, per lavori, forniture e servizi, circa 15 milioni di euro. Si tratta in gran parte di lavori di manutenzione ordinaria della nostra rete di canali (sfalci, consolidamento delle sponde, ecc.) ma anche di lavori di manutenzione delle idrovore e di lavori di bonifica montana (ripersa versanti in frana, drenaggi, ecc.). Tra le forniture le voce di costo preponderante è costituita dai costi energetici, che vanno dai 2 ai 3 milioni di euro l’anno, a seconda dell’andamento metereologico.
Saremmo interessati a valorizzare dal punto di vista sociale la sommatoria degli appalti che affidiamo all’esterno, in termini di posti di lavoro indirettamente determinati grazie alla nostra attività, che vanno a sommarsi ai nostri addetti. In altri termini vorremmo sapere la portata del nostro “indotto” in termini di posti di lavoro.
Spero di essere stato sufficientemente chiaro. Ad ogni buon conto può contattarmi privatamente all’indirizzo mail con cui mi sono registrato.
Cordialmente.
ho calcolato l incidenza del.costo del lavoro sul fatturato della mia caffetteria e siamo quasi al 30%. dalla mia esperienza non e’ possibile abbassarlo sbaglio qualcosa secondo voi?
grazie per le Sue osservazioni, in effetti è troppo o meglio sono risorse sottratte all’utile. Mi spiego meglio. Spende troppo per ottenere l’utile.
egregio professore, secondo il suo punto di vista l’indice di produttività può essere un valore per determinare un accertamento sul fatturato di una azienda nello specifico azienda artigiana idraulica
Buonasera Signore, grazie per il commento. Come può approfondire in altro mio studio (Roe birichino) gli indici e margini sono in tutto 24 ed è da questa impostazione che Lei riceve il segnale che l’azienda stia andando bene o male. Il consiglio che Le offro è di applicare se non tutti e 24 una buona parte di quei segnalatori alla Sua realtà quindi, se ne ha piacere, rendermene partecipe. L’aspetto. In gamba. Il prof
Buongiorno Prof. grazie per l’entusiasmo con cui tratta argomenti generalmente noiosi ma pur sempre utili per la gestione d’impresa. Ho visitato il sito di Unioncamere per scaricare l’osservatorio sui bilanci delle società di capitale ma ho trovato l’unico report che si riferisc all’analisi dei dati serie storica dal 2006 al 2008. Che lei sappia esistono studi più recenti? Infine vorrei chiedere se, vista l’aggregazione dei dati tra settori (codici ateco) anche poco omogenei, ritiene sia possibile contattare la camera di commercio di riferimento per ottenere dati più specifici sul proprio settore di attività (ovviamente sempre in forma aggregata). In particolare mi interesserebbe il codice 93.20 Gestione di piscine. Grazie mille e buon lavoro
Le ho risposto mezzo email, grazie per la Sua attenzione a quanto qui pubblicato, il prof
Buongiorno Professore
Le sue analisi sono estremamente utili, ed ancor più la Sua cortesia nel rispondere ai vari interventi.
Sono in sviluppo di un business plan per ristorazione. Nelle mie proiezioni di fatturato ho cercato di essere il più negativo possibile, e il più realista possibile in termini di spese e investimento dipendenti. Quest’ultima voce, inclusa di compenso amministratori, varia da un 32% del primo anno ad un 27% a regime (dal 6º anno, incluso un dipendente in più in entrata al 4º anno). Nonostante questo valore proibitivo a detta del suo articolo, vado in utile già a partire dal secondo anno. Cosa mi sa dire sul settore ristorazione?
Mi scusi se non sono stato chiaro: ormai per me il mio quadro è chiarissimo, ma tendo a scordarmi che gli altri non ci stanno immersi a dipingerlo da un anno come il sottoscritto.
Saluti
Beppe
Carissimo, auguri per la Sua iniziativa, mi permetta una domanda di marketing prima di tutto: perchè dovrei venire a mangiare da Lei, quali piatti propone che non ci sono nei dintorni a dove opera?
Inoltre sappia che bar e ristoranti chiudono con estrema facilità per:
– cattiva gestione della materia prima;
– pessima gestione del fattore umano.
Non vada oltre i limiti stabiliti in percentuale sul fatturato e curi da matti il bagno per i clienti!!! (valore aggiunto per passare la sera da Lei)
il prof
Buongiorno,
sono arrivato alla pagina per cercare informazioni sull’incidenza dei costi del personale in strutture Call center.
Ritrovo il dato del 25% in diversi articoli ma non trovo fonti dettagliate al riguardo.
Per complicare le cose, allego articolo del 2016 rilanciato dall’AGI in cui addirittura si parla di un incidenza del 80%, senza fonte…
https://www.agi.it/economia/call_center_a_7_grandi_60_fatturato_80mila_addetti-1145343/news/2016-10-07/
Buongiorno e benvenuto, la fonte dettagliata sono io nel senso che non riporto lo studio da altri ma sono rilevazioni che ho calcolato direttamente nell’esperienza di consulenza svolta. Inoltre sa cosa mi preoccupa più di tutto? Le ho inviato una risposta sulla Sua email che risulta inesistente, come mai un indirizzo email che non esiste mi scrive? In gamba, il prof
Buongiorno Prof.,
è possibile avere una media di incidenza di costo del lavoro su fatturato semplicemente per settore primario, secondario e terziario?
Certo con tutti i limiti del caso, ma mi chiedevo se già esistesse.
Benvenuto, tutti questi dati anonimi (ovvero senza entrare all’interno dell’azienda ma di fonte statistica) emergono dalle rilevazioni di UNIONCAMERE e dalla Confindustria. Sa qual’è il guaio? che sono a pagamento!
Buonasera, la mia azienda ad oggi ha un costo del personale lordo (comprensivo del costo dei due soci) vicino al 45% del fatturato. Siamo una società di servizi e consulenza, per cui le persone rappresentano il costo “industriale” maggiore. Quale dovrebbe essere il valore a cui tendere nel nostro settore? Grazie molte.
Buongiorno e grazie per avermi scritto, in effetti un 45% di B9 (espressione tratta dal bilancio, conto economico civilistico definendo il costo del personale articolo 2425 del Codice Civile, contenuto del conto economico) è un valore eccessivo che va conteggiato.
Buonasera Professor Carlini,
mi sono imbattuto nel suo articolo navigando nel web in cerca di una risposta sull’incidenza costo staff. Ricopro la carica di manager in un piccolo boutique hotel di sole 12 camere che si rivolge ad un mercato internazionale di medio/alto livello.
La mia domanda è la seguente: “L’incidenza del costo staff si calcola sul fatturato lordo o su quello netto? Ovviamente utilizzando il Costo Industriale come denominatore.
Grazie tante
Gentilissimo, grazie per avermi scritto, leggo con un sorriso quanto mi scrive perchè mio figlio è paritetico alla Sua professione. Detto ciò l’incidenza del costo del personale sul fatturato oscilla dal massimo 17% (sul fatturato) a un 25% in alcuni tipi di d’imprese (vedi i call center dove la spesa per altre necessità è povera). Superato il 22% sul fatturato nasce la domanda: l’azienda è una fabbrica di stipendi?
Ricordo un Presidente di cooperativa servizi che mi ha scritto, sempre su questo studio, spiegando d’avere il costo del personale al 60% sul fatturato e disperato rispetto ai dati che ho pubblicato. Cerchiamo di capirci! Se dal fatturato Lei detrae SOLO il costo del personale i conti Le tornano ma se in un’impresa sana da altre spese che sono: commerciali (al 4%) di struttura (all’8%) d’acquisto di materie prime (tra il 25 fino al 90%) lavorazioni successive sulle materie prime (tra il 13 al 25%) ciò che resta è il personale. Comprende da cosa deriva il costo del personale oltre alle tasse che sono all’1.5% sul fatturato, le spese bancarie al 5% sul fatturo al massimo e l’ammortamento all’1%. Ecco i parametri di analisi. In gamba.
Buonasera Professore,
mi ritrovo a fare la contabilità per una piccola azienda che vende musica digitale. Non abbiamo uffici lavoriamo tutti in smart working, quindi i costi di gestione sono piuttosto bassi.
Mi chiedo se fatturando un milione di sterline circa ogni anno, è sproporzionato il costo dei pochissimi dipendenti (a provvigione) al 28-30% sul fatturato circa.
Considerando anche che nell’ultimo anno l’utile medio si è aggirato intorno al 17%. L’azienda è in crescita.
Il capo sostiene di pagarci troppo, per questo vuole ritoccare le provvigioni, Come possiamo capire quale è la giusta proporzione?
Grazie anticipatamente per la sua gentile risposta.
cordiali saluti
Le ho scritto 4 email, attendo risposta. Grazie per avermi scritto. Il prof
Buongiorno Professore.
Lavoro in un’azienda siderurgica.
Vorrei calcolare la convenienza per l’inserimento di personale operaio e amministrativo.
Mi spiego meglio: come posso fare per sapere quanto fatturare remunerativamente per coprire il costo del singolo operaio o impiegato?
E’ possibile calcolare un bep, cìè qualche formula per verificare in termini veloci e attendibili la convenienza e l’incidenza della risorsa?
Grazie, La saluto cordialmente.
Salvatore
Gentilissimo, per anni ho scritto per l’industria siderurgica nell’angolo di Carlini pubblicato da Siderweb ne consegue che conosco il mondo nel quale agisce e mi da immenso piacere relazionare con Lei. Vedo la Sua email di libero che utilizzo per scriverLe direttamente. Grazie per essere passato da queste pagine.
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