Il collasso del sistema di potere russo, quello che gravita intorno al Signor Putin è stimabile in imminente. Si sentono gli scricchioli dell’intero impianto. Probabilmente l’offensiva ucraina e tutto quanto ne deriva, probabilmente si risolve non tanto con la grande battaglia preannunciata, ma come ritiro russo per inadeguatezza del sistema militare e fine della fase politica del Putin.
Quanto appena espresso risiede nel cuore di qualsiasi persona di buon senso, russi compresi.
Il problema è ora distinguere dove si trova la linea di confine tra ciò che è auspicabile da quanto avverrà.
Certamente, rispetto all’inizio delle ostilità a febbraio dell’anno scorso, l’intera Russia vive peggio. Non si tratta solo d’aspetti economici, che sono rilavanti, ma proprio dello strumento militare, il vero sconfitto dall’intera vicenda. La disfatta della Russia nazional comunista putiana è paragonabile, per ampiezza, solo alla vittoria contro l’esercito tedesco nel secondo conflitto mondiale. I due eventi, di segno opposto, s’annullano!
Ecco gli effetti di quando un Tenente Colonnello, una spia, guida la Nazione.
Per governare servono competenze non crediti da vantare come sacrificio, necessitano competenze che il Putin non possiede.
Se dovessimo trarre delle lezioni dalla vicenda della guerra tra Russia e Ucraina possiamo affermare che:
- il mezzo virtuale non è affidabile! Mantenere del denaro accessibile con carte di credito o altri studenti virtuali è un azzardo. Il rischio è di non poter più accedere ai propri averi. Il consiglio più spassionato è tenere disponibili, in contanti, almeno i bisogni di 40 gg tra affitto, benzina ed alimenti. Qualcuno si chiederà che attinenza c’è tra virtualità e guerra. E’ semplice. La corruzione del dato informatico è diventata così diffusa e accessibile da compromettere qualsiasi cosa non sia reale;
- la guida di una Nazione è possibile se il leader è dotato di capacità tecniche oltre che di “capo popolo”. Nel caso sia solo tecnico (come il Governatore Draghi o i professori Monti/Prodi) o solo politico (penso alla dirigenza del partito populista di sinistra, il cosiddetto “Pd” ex PCI) il Paese ne soffre per carenza di qualità di dirigenza. Non sono più i tempi dov’era sufficiente un grande leader politico come Alcide De Gasperi!