In Occidente, quindi anche in Europa come in Italia serve urgentemente un nuovo stile di vita, sociale e politico.
Chi sarà in grado di rispondere a questa necessità di rinnovamento?
Le recenti elezioni amministrative in Francia consegnano alla destra politica un oggettivo e innegabile trionfo. La destra oggi in Europa sa esprimere il nuovo, ovvero un concetto di novità.
Il bisogno di nuovo. Detto questo andiamo più a fondo nell’analisi. Cosa sta affermando di nuovo la destra? Nulla, non sta dicendo assolutamente nulla di nuovo, eppure vince ed è destinata a proseguire a vincere in tutta Europa, in Italia e negli Stati Uniti.
Perchè la destra vince in assenza d’argomenti convincenti? Semplice! la sinistra, che ha gestito l’intero Occidente, ha fallito.
Ha fallito l’Obama negli Usa senza rimuovere la cause profonde della crisi subprime, quindi ha fallito l’Europa, che manca di una sua reale identità politica, seppellita dall’immigrazione clandestina e un euro senza un’anima, ha fallito il partito democratico italiano, imponendo pessimi leader al governo senza che nessuno gli abbia votati, si parla del Prof. Monti e del Signor Matteo Renzi, realizzando di fatto dei colpi di stato in bianco. In Italia il problema si fa ancora più grave perchè il renzi ha sviluppato un grande attivismo completamente vuoto di significati avviando una grande campagna pubblicitaria che ovviamente non ha risolto nulla.
L’elenco delle cose sbagliate fatte in Italia è impressionante! Il bisogno di nuovo non è soddisfatto.
Le leggi che prima erano imperfette con 2 camere, (la Camera dei Deputati e il Senato) oggi con una sola come saranno? Il riferimento è all’abrogazione del Senato elettivo. Bastava ridurre del 50% sia la Camera e il Senato per ottenere lo stesso risparmio!
Sulla scuola sono stati assunti 100mila nuovi professori. Bellissimo! Il guaio è che questi 100mila ragazzini prendono il posto di 100mila professori addestrati in anni d’insegnamento. Quindi abbiamo prof con decine d’anni di esperienza che cedono la cattedra a ragazzi che non hanno mai insegnato. Il risultato pratico è un clamoroso abbassamento degli standard d’insegnamento nelle scuole con troppo giovani insegnanti che si atterranno al libro di testo, riga per riga, anziché l’apertura mentale di un docente con esperienza. Al contrario, i 100mila troppo giovani prof sarebbero dovuti sicuramente entrare nella scuola ma in ruoli di crescita professionale come ad esempio dopo scuola, affiancamento alle cattedre esistenti, in sostengo agli studenti, nella biblioteca e per le supplenze. Di fatto oggi abbiamo 100mila persone che entrano nella scuola e 100mila persone che escono. Le riforme del renzi!
La questione dell’ottimismo: l’ottimismo è importante in politica quanto in economia, ma rappresenta il sugo su un piatto di pasta. Dov’è la pasta? Il bisogno di nuovo resta attivo.
L’export italiano si attesta (lo dichiara il CENSIS) sull’alimentare di qualità, mentre prima era per la firma nella moda e nell’innovazione tecnologica. Tradotto in altre parole, questo vuol dire che le nostre imprese hanno perso colpi nell’innovazione e stanno dormendo. Si conferma quanto analfabeti siano i nostri imprenditori per non aver studiato, perchè figli di un papà imprenditore. Manca un progetto educativo ed evolutivo della classe imprenditoriale italiana. A questo non ci pensa la Confindustria e tanto meno il Governo.
Il nuovo, droga del concetto stesso di moderno, si conferma in questo modo (ancora una volta) totalmente vuoto.
Il nuovo, in Italia, non ha ancora saputo gestire 3 milioni di disoccupati.
Il nuovo negli Stati Uniti non ha saputo lanciare una riforma sanitaria adeguata e si limita all’isteria della riduzione delle armi, come se questo fosse il problema, in assenza di una politica nazionale di riconciliazione tra razze diverse.
Il nuovo, tornando in Italia, non ha saputo applicare procedure di reshoring per fronteggiare i guasti della globalizzazione.
Il nuovo si conferma vecchio.
A questo punto con un governo italiano completamente privo di legittimità politica (non è stato votato e quindi scelto dall’elettorato) impegnato su argomenti di facciata, aggravato da un clamoroso autogol sulla scuola, ridicolo nella suo ottimismo mentre mancano gli elementi strutturali del rilancio economico (ricerca, creatività, reshoring) non può che esserci un cambio di governo cercando di fermare l’invasione da parte dell’immigrazione clandestina.
La destra vince non perchè capace, ma solo per un ovvio movimento sociale e storico di revisione di un’era d’eccessi che va rivista e corretta. Abbiamo tutti sbagliato esagerando e il concetto di nuovo ci ha tradito ancora se acriticamente accettato solo perchè novità.
Va considerato anche un altro aspetto di non poco conto. Nelle recenti elezioni politiche in Polonia si è affermata una nuova destra, cattolica e nazionalista. Sembrava un atto isolato, mentre, al contrario ha lanciato un segnale ben preciso sia al Vaticano e alla sua deriva di sinistra (in effetti abbiamo un Papa politicamente a sinistra) che alla Ue. Ovviamente non è stato capito. Ora alla Polonia e all’Ungheria si affaccia anche la Francia nella ricerca di soluzioni a destra. Saprà la destra incarnare il bisogno di nuovo che tutta l’Europa cerca pur in drammatica carenza di leader?