Personalità, studi. L’ignoranza patologica
Mi descrivo: al mattino insegno a 187 studenti minorenni, mentre nel pomeriggio mi dedico a 330 maggiorenni e la sera discuto di gestione aziendale con 10 imprenditori, che seguono i miei corsi on line.
Concentrando l’analisi sui minorenni nei 187 studenti in carico, ben 5 sono affetti da immaturità formativa, certificata da un medico. In pratica hanno tempi di reazione molto più lunghi nella comprensione. Oltre questo campione, che rientra nella norma statistica, combatto anche contro 15 ignoranti patologici.
Questo tipo di disturbo non è noto all’interessato e tanto meno alla sua famiglia, la quale, quando viene coinvolta non è affatto partecipe del problema, anzi, si lancia in una disperata quanto pittoresca difesa a oltranza del figlio. Con queste premesse non ci sarà mai guarigione.
Sul piano generale la non conoscenza in età adolescenziale, non è un problema perché, rientra nella natura umana, infatti per questo hanno inventato le scuole. Il non sapere a 16 anni, non vuol dire perseverare nel non capire a 26 come a 36 anni, mentre l’ignorante patologico prosegue la sua vita, privo della consapevolezza di non avere un’adeguata capacità d’analisi e sintesi, restando in un mondo tutto suo, sognato e vissuto.
Infatti questi personaggi hanno un atteggiamento da “furbo” in perenne conflittualità (nichilista). La similitudine con Dio è costante. La noia è una costante quotidiana (la noia è una malattia) comportando una distrazione permanente il che, rivela una incapacità di riflessione perché impegnati a fare e seguire 10 cose per volta (il bisogno di tutelare l’immagine e fondamentale).
Quando l’ignorante patologico è una ragazza, s’assiste solitamente a una precoce espressività nell’atteggiamento del tipo “donne mature di gran classe”, oppure nel suo perfetto opposto, con fanciulleschi atteggiamenti simili ad Alice nel paese delle meraviglie.
Un ignorante patologico raramente matura, ma l’importante è individuarlo, per evitare di trasformarlo in partner o persona importante nella propria vita. Per riconoscere questo tipo di patologia, oltre agli aspetti esteriori, che hanno il loro significato, seppur la società moderna tenda a dimenticarsene, c’è da notare la monotonia d’atteggiamenti e argomenti. Il riferimento corre a colui che, ad esempio, è bravissimo calciatore, ma una nullità nel resto della vita, come un fotografo d’altissimo prestigio, ma come apre bocca ci si mette le mani nei capelli. Il tratto caratteristico di un ignorante è quello di saper fare solo 1 cosa, laddove la maturità è il suo diametrale contrario.
La persona matura è polivalente e adattabile, mentre l’immaturo instabile, nervoso, arrogante.
Se fino ad ora si è discusso di problemi cognitivi, legati sia all’analisi dei fatti, che alla loro sintesi, quando si passa alla fascia dei maggiorenni in ambito universitario, le difficoltà mutano radicalmente. In questo contesto non ci sono significative incapacità d’analisi, quanto grosse difficoltà nella sintesi. Normalmente “la crisi della sintesi” non è patologica, perché rientra nella consapevolezza della persona, permettendo il miglioramento costante e rapido.
L’adolescente patologico immaturo invece, è privo del collegamento tra l’input che riceve e la sua successiva elaborazione. Gli stimoli gli passano addosso come pioggia su un impermeabile; non ne percepisce neppure l’umidità! Questo spunto viene scritto, augurandosi che i lettori possano guardarsi nell’anima e chiedersi se rientrino o meno nella fattispecie, agendo di conseguenza.
Passando a una fase meno di studio e più operativa, tempo fa, ho avuto il privilegio, d’essere chiamato nel ruolo di Direttore Generale in un paio d’aziende.
Nella prima mi sono fermato 2 mesi e mezzo, si trattava di una spa con 120 dipendenti e 50 milioni d’euro di fatturato. Come mi sono reso conto che la realtà era sull’orlo del collasso, l’ho fatto presente alla proprietà, ma questa non mi ha creduto. Ci siamo dovuti lasciare e oggi quell’impresa ha dichiarato fallimento. Uscito da questo contesto, entro immediatamente in uno molto più piccolo; 25 dipendenti, 10 milioni d’euro di fatturato. Di mesi ne sono passati 4 allorché sono uscito per le stesse motivazioni della prima esperienza. Escludendo l’ipotesi che io porti sfortuna, indubbiamente non ho generato 1,5 milioni di magazzino inesistente o 600mila euro all’anno tra oneri, spese e rate di restituzione per debiti. Mentre nel primo caso, non fui io a dire no a milioni di euro di commesse per l’Irak, solo perché “lontano e di difficile gestione” o a falsi in bilancio per milioni. Sicuramente l’aver rapidamente individuato questi problemi e discusso con la proprietà, cercandone soluzioni adeguate ma tempestive, coinvolgendo i diversi livelli di responsabilità, avrebbe comportato delle varianti tali che si è preferito fallire.
Infatti in se in un caso l’imprenditore si è impuntato sull’esclusiva proprietà della sua azienda, rifiutando l’apporto di altri, nell’altro “la fatica” d’azzerare il management e considerando armi di ricatto, ha comportato la fine dell’impresa e la disoccupazione per 120 persone! Collegando le analisi sulla didattica a queste due esperienze di vita vissuta, il parallelismo tra l’ignorante patologico e i 2 imprenditori è diretta quanto grave, pesante ma necessaria. Gli adulti non hanno saputo capitalizzare dagli errori commessi e per pararne qualcuno, ne hanno commessi altri (il che è comprensibile) ma non hanno saputo dire basta, soprattutto quando “a porte chiuse,” gli è stato detto in chiaro dove sarebbe poi andati a parare solo 12 mesi dopo. In questo modo hanno confuso il problema con chi lo ha spiegato, oppure si sono semplicemente arresi lasciandosi ricattare dai loro stessi manager perseverando nello sbaglio.
Queste righe non sono scritte per crocifiggere alcuno (sono già alla gogna) ma per imparare dagli sbagli altrui. Buon lavoro.
La sintesi di questo pezzo potrebbe essere: adolescenti con problemi che sono diventati imprenditori con guai.
STUDIO DELLA PERSONALITA’
1) apprezzeresti una vita piena di cambiamenti? SI NO
2) sei una persona ambiziosa? SI NO
3) generalmente i politici sono sinceri e fanno del loro meglio per la nazione. La pensi in questa maniera? SI NO
4) quando fai le tue scelte al lavoro, nascondi le motivazioni? SI NO
5) ti fa arrabbiare la perdita materiale di qualcosa di tua proprietà (cellulare, portafoglio, auto rubata, collana scippata, etc.) SI NO
6) pensi che 25.000 immigrati clandestini in Italia, oggi, siano troppi? SI NO
7) pensi che la vita privata di un politico sia e resti sempre tale? SI NO
8) fai mai paragoni con altri? SI NO
9) quando vedi una bella ragazza o un bell’uomo pensi come sarebbe la tua vita se fosse il tuo partner fisso o anche occasionale? SI NO
10) anche se non fai uso di stupefacenti, laddove il tuo partner ne fosse coinvolto lo seguiresti? SI NO
11) se il tuo partner fosse omosessuale ti imporresti per recuperare il tuo ruolo?SI NO
12) abitualmente prendi scorciatoie in tutti i sensi? SI NO
13) a scuola preferivi la letteratura? SI NO
14) ti capita mai di pensare prima di parlare? SI NO
15) ti piace essere accettato per come sei? SI NO
16) l’esibizionismo è una patologia comportamentale ma piace a tutti, indistintamente agli uomini come alle donne (soprattutto) sei cosciente di ciò? SI NO
17) nella vita privata come quella professionale cambi spesso idea? SI NO
18) pensi di conoscere la differenza tra giusto e sbagliato? SI NO
19) ti piace il tuo lavoro? SI NO
20) ti piace il tuo partner? SI NO
ANALISI DEL PUNTEGGIO
Per risposte di SI superiori o uguali alle 15 unità siamo in presenza di persone altamente determinate, sicure di sé, particolarmente formate e adattabili pur in presenza di una forte consapevolezza nelle proprie idee (figure leader e carismatiche)
Per risposte di SI che si collocano tra le 10 e le 15 ci troviamo con una personalità matura, ma incline all’accordo, particolarmente attenta al giudizio altrui dal quale spesso dipende.
Per risposte di SI tra le 5 e 10 unità si configura una personalità in evoluzione
Per risposte di SI inferiori alle 5 unità sarebbe saggio chiedere aiuto.
Nella foto è indicato un caso di ignoranza patologica. La ragazza che esibizionisticamente si presenta alla manifestazione con lo zaino per essere perquisita espandendo un viso angelico. (fatti di Francia con i gilet gialli)