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I produttori cinesi ci offrono un cattivo esempio su cui riflettere

by Giovanni Carlini
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I produttori cinesi ci offrono un cattivo esempio su cui riflettere

I produttori cinesi possono accedere a finanziamenti in banche cinesi senza limiti e con interessi minimi a patto che comprino materia prima. L’agevolazione è limitata a questa necessità ed è ovviamente pilotata dal governo. Giusto o errato?

LE PREMESSE
A tutti gli operatori del mercato è noto quanto il Governo cinese abbia lanciato una campagna d’acquisti di materia prima, in tutto il mondo, utilizzando le ampie giacenze di valuta che ha accumulato. L’obiettivo della Cina è accaparrare materie prime ed entrare nel controllo societario dei produttori. I produttori cinesi diventano così “agenti del Governo”.

La implicazioni cinesi nel ruolo nucleare della Corea del nord sono noti, ma non ancora con effetti pratici.

 

LE BANCHE CINESI E QUELLE ITALIANE
Entrambi i sistemi bancari, cinese e italiano, NON hanno avuto particolari danni dai titoli tossici statunitensi. Questo vale a partire dal 2008, quindi 10 anni fa. Al contrario le banche americane hanno investito, negli anni della crisi subprime, fino a 58 volte il possibile. Le italiane si sono spinte mediamente su una leva finanziaria di 8 volte. Il progetto per una normativa bancaria globale ipotizza un rapporto ottimale di 10 volte.

Dati sulle banche cinesi non ce ne sono, ma non c’è motivo di temere che si siano spinte oltre.

Sicuramente in Italia c’è il problema di un’eccessiva esposizione verso l’est d’Europa, che per i cinesi verrebbe tradotto in posizioni aperte principalmente sull’Africa.

A cosa servono questi confronti sulle banche? E’ semplice. Dimostrato la robustezza del sistema bancario.

Nonostante il basso livello espositivo, in Italia sono fallite diverse banche e altre sono state salvate “al pelo”. La valutazione tecnica sulle banche italiane esce da questo giudizio molto al di sotto la media. Gli americani hanno rischiato quindi subito pesanti perdite (600 banche fallite) e si sono rialzati. I cinesi non si sono mai messi in gioco fino ad ora.

A conti fatti, considerando i parametri, sorge una domanda. Perché gli istituti di credito cinesi si sono spinti così in avanti nel sostegno ai produttori di acciaio cinesi per accaparrare materia prima in tutto il mondo?

 

PURCHE’ SI ACCAPARRI MATERIA PRIMA
Il rischio bancario nel prestare denaro a bassi tassi, purchè investito in materia prima è di basso profilo se quest’azione garantito dallo Stato.

 

CHI SUGGERISCE AL NOSTRO GOVERNO UNA INIZIATIVA DI QUESTO GENERE?
I fatti, a titolo di esempio sono stati descritti, proseguire a ragionarci sopra non porta oltre se non nel chiedersi: chi può proporre una “italianizzazione” dell’ idea asiatica? il titolo dell’articolo sul cattivo esempio cinese è provocatorio. In realtà la Cina ci offre uno spunto che in Italia nessuno sa proporre.

Resta comunque fermo un concetto: non si tratta di sostenere il prezzo della materia prima. Già una speculazione selvaggia ha gonfiato i valori. Al contrario il punto in questione è prepararsi al dopo, a quando bisognerà costruire il futuro. Chi può suggerire questi spunti al Governo Italiano?

La Cina? bisogna vedere se sopravviverà alla possibile guerra nucleare Corea del nord – Usa – Cina.

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