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I Medici a Firenze 2. Che fine! Prof Carlini

by Giovanni Carlini
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I Medici a Firenze parte seconda, la fine.

Il racconto, dal precedente studio, è giunto ai tre figli di Cosimo III° e al suo grande interesse per la corona di Re e la pulizia sociale. Intendiamoci, non che questi aspetti non siano rilevanti, ma diventano tali se accompagnati a una riforma agricola e dell’economia come del far banca. Ecco perchè Cosimo è criticato, si è concentrato su qualcosa di rilevante, ma non sufficiente a risollevare il Granducato di Toscana.

Dalla mappa allegata al precedente studio, si nota come l’Italia (allora appena un’espressione geografica) fosse formata da:

  • un solo luogo dove ci fosse il RE, a Napoli;
  • il resto sono una Repubblica, a Venezia; la Serenissima;
  • quindi tutti gli altri tra Ducati e Granducato (solitario quello di Toscana)
  • in effetti oltre ai Duchi c’è un Vescovato a Trento.

L’assenza di Corti rette da Re, scatena sia il Granducato sia il Ducato di Piemonte in una lotta irta di gelosie.

Tornando alla sorte de i Medici a Firenze, come al solito è una questione di discendenza.

La figlia Ludovica, l’unica a poter reggere il Granducato essendo donna non potè ambire alla successione.

Da notare come gli Asburgo d’Austria provvidero a quest’evenienza.

I figli furono Ferdinando e Gian Gastone.

Di Ferdinando sappiamo che si sposò con una gran brava ragazza, ma lui s’incaponì su una di Venezia. Questa, affetta da sifilide, informò il Ferdinando che comunque insistete contraendo la malattia. Tornato a Firenze, Ferdinando rapidamente manifestò i sintomi di paralisi progressiva e fu accudito, fino a morte, dalla moglie tradita.

Gian Gastone si sposò una donna vedova brutta, tanto poco gradevole, che se ne scappò tornando a Firenze (era in Boemia).

Giunto in città si circondò di gente strana e malfamata. Oltre alle solite vicende d’omosessualità, la patologia proseguì portando Gian Gastone a godere nell’essere insultato. Non solo, si parcheggiò dentro il letto dove anche i bisogni corporali rimasero per mesi e mesi; anni. Con le unghia delle mani e piedi ripiegate su se stesse perchè non tagliate, il Gian Gastone visse come palla di lardo fino a alla morte, avvenuta a 66 anni.

Fu il 1737 e iniziò il sacco di Firenze a opera del Duca di Lorena e Ludovica Medici non potè reagire in nulla.

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