I familiari che accolgono e curano un figlio/figlia che “ovviamente” si è contagiato nella movida estiva 2020 di polmonite cinese, sono anch’essi in quarantena? La domanda è d’attualità in questo fine estate. Forse lo era anche a febbraio-marzo-aprile-maggio scorsi, ma lo è con più intensità adesso nel rientro dei figli.
Che cosa accade?
La pandemia nella prima ondata ha mietuto 35mila persone e contagiato forse mezzo milione di cittadini e residenti in Italia. Qualcuno (dati INPS) dice anche 1,5 milioni. Oggi, a fine estate 2020 c’è il rilancio della pandemia in fase 2 con un alto numero d’infetti a bassa mortalità per il momento.
Si potrebbe dire che la bassa mortalità della fase 2 dipenda dalla giovane età dei nuovi infetti. In realtà il virus ha appena iniziato a mangiarsi i polmoni di questi figlioli, motivo per cui serve attendere che gli indicatori di mortalità si alzino tutti insieme. In pratica servono altri 15 giorni per verificare la completa distruzione dell’apparato respiratorio dei ragazzi, per contarli come morti. Questa è una prospettiva negativa che è necessario considerare.
Non si può vivere in forma superficiale del tipo “andrà tutto bene” perchè non è vero.
Con questa superficialità abbiamo un Governo diretto da un non eletto da nessuno (il Giuseppe Conte). Non solo, siamo anche in una Repubblica fallita (eccesso d’indebitamento sul PIL avendo sfondato il 150% soglia oltre la quale l’onere degli interessi schiaccia la restituzione del capitale). La superficialità è la base operativa di questi ultimi anni, compreso ovviamente il Ministro dell’Istruzione, il Sindaco di Roma e il Governo.
Chiarito il contesto di superficialità, i familiari dell’infetto sono anch’essi in quarantena? la risposta è NO.
I familiari sono esposti, ma non infetti e non confinati, finché non si ammaleranno anche loro.
Per avere certezza su questo aspetto pregasi prendere nota di quando l’Istituto Superiore di Sanità ha spiegato il 7 marzo 2020.
Covid-19-1-2020Buona lettura. il prof