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Growth hacking. Approccio sperimentale. Prof Carlini

by Giovanni Carlini
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Growth hacking ovvero approccio sperimentale che d’ora in poi chiamiamo così per evitare l’abuso di parole straniere nel nostro linguaggio.

L’approccio sperimentale si differenzia dal marketing? A seconda degli autori può esserci differenza. Secondo un autorevole studioso americano di marketing, Michael Brenner, l’approccio è semplicemente marketing. In base ad altri punti di vista si tratta di visuali completamente diverse per cui:

  • un’impresa strutturata che vuole restare sul mercato per lungo tempo s’affida alle campagne di marketing;
  • chi oggi c’è ma potrebbe anche scomparire da un giorno per l’altro (vedi Uber, Snapchat, LinkedIn, PayPall, Whatsapp) si rivolge all’approccio.

La realtà è che l’informatica cerca di rubacchiare aree di pertinenza alle altre discipline per sopravvivere cercando nuovi ruoli a titolo di moda. Già da questa frase si capisce l’ostilità verso l’approccio sperimentale. Nonostante ciò va notata l’esagerazione patologica nell’uso compulsivo d’internet nella società occidentale. Un qualcosa di così esteso e superficiale che non può durare. E se fossimo senza internet che facciamo chiudiamo le aziende o proseguiamo a lavorare? Ecco il punto, l’approccio senza il virtuale è morto, il marketing prosegue la sua vita finché ci sarà un mercato, una domanda e l’offerta.

Concludendo se il Growth hacking è importante dipende dalla disponibilità e dall’uso del virtuale. Chi non crede all’immateriale non ha fiducia nell’approccio.

Del resto internet è come un interruttore, basta pigiarlo per spegnerlo.

Detto ciò quali sono le fasi di un approccio sperimentale?

  • analisi delle statistiche esistenti;
  • programmare una serie d’interventi;
  • provare!
  • analizzare i risultati (al 99% negativi)
  • far avvicinare i comportamenti dei potenziali clienti al prodotto e alle sue caratteristiche;
  • posizionare il prodotto con il cliente.

Sono 6 passaggi solitamente sviluppati in assenza di uno stanziamento a bilancio, ma che richiedono l’interazione di 4 persone che sono:

a – il programmatore (ecco la dipendenza dell’approccio dal virtuale)

b – il disegnatore (la conferma per quanto appena indicato)

c – un esperto di quel mercato (a questo punto sarebbe stato saggio procedere direttamente con il marketing)

d – un capo branco che diriga la struttura.

Quattro stipendi o parcelle per sperimentare? Il Growth hacking è solo una moda.

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