Giuseppe Conte è un avvocato non eletto da nessuno ma che svolge l’incarico di Presidente del Consiglio dei ministri. Perché? La domanda è legittima. Perchè abbiamo un non eletto da nessuno, quindi privo di legittimità politica, nel ruolo più elevato tra gli incarichi politici di partito? Al di sopra del Presidente del Consiglio ci sono tre cariche istituzionali ormai sganciate dal partito per quanto a loro collegate.
Le tre cariche istituzionali dal Presidente del Consiglio a salire di ruolo sono il Presidente della Camera, quindi del Senato e infine il Capo dello Stato.
Si ribadisce come queste ultime tre figure siano ISTITUZIONALI mentre il Presidente del Consiglio resta un ruolo politico. I politici si avvicendano tra di loro a seconda della maggioranze che ottengono. Ecco il punto. La maggioranza del Giuseppe Conte è stata riconosciuta a un certo partito e non alla delega che questi svolge su un personaggio.
Chi risponde al Paese è il partito tal dei tali il quale ha il dovere/diritto d’assicurare una corretta gestione della Nazione. Se questo partito non è capace d’esprimere un leader, nonostante abbia chiesto e ottenuto il voto dai cittadini, si dimetta tornando al voto. La delega su “altri”, immediatamente dopo il voto, indica il vuoto di personalità nel partito.
Ecco che il Giuseppe Conte, con la sua sola presenza, segnala il vuoto politico del partito che lo ha indicato. In questo caso, per assenza di contenuti, ci si riferisce al Movimento 5 Stelle.
Inoltre c’è un’aggravante. Il Capo dello Stato (incarico istituzionale e non politico) può nominare chiunque al ruolo di Presidente del Consiglio. Questo chiunque, compreso il macellaio all’angolo, se privo di legittimità politica (non l’ha votato nessuno) è funzionale a nuove elezioni. Ne consegue che il Monti, Renzi e il Conte sono strumenti nelle mani del Capo dello Stato per addivenire a nuove elezioni. Tutto ciò per ristabilire la normalità democratica.
Comportamenti diversi si chiamano colpo di stato. In Italia ricordo almeno 2 colpi di stato: 2011 commesso dal Napolitano ai danni dell’On. Silvio Berlusconi e dal Mattarella ai danni dell’On. Salvini.