Gilet gialli questi sconosciuti. Ho dei cari amici, una coppia, che manifesta in Francia come gilet gialli dai primi giorni della protesta. Mi è spontaneo chiedere loro: che cosa state combinando?
Questi amici sono una professoressa e un piccolo imprenditore musicista. Entrambi 60enni, non danno affatto l’idea dei manifestanti. Tanto meno di persone che danno a fuoco auto e distruggono le vetrine dei negozi.
La domanda che pongo a questi Signori è semplice: perché?
Va precisato come questi signori siano dei esuli repubblicani spagnoli, che vivono in Francia dal 1930. Si tratta di personaggi profondamente impregnati di sinistra e di un sinistro senso rivoluzionario. Gente che ancora soffre per la vittoria di Francisco Franco in Spagna.
In un contesto altamente ideologizzato e viziato, a favore della rivoluzione come sovvertimento della classe borghese, ci sono questi 2 amici.
Per soggetti di questo tipo, la protesta di piazza, rappresenta un invito a nozze. Sostanzialmente un richiamo della giungla, un ritorno alle origini.
Conoscendo questa debolezza di fondo dei miei amici, indago sulla loro più che attiva militanza nel movimento gilet gialli.
Domanda: perchè nei gilet gialli? Riposta: non potevamo non esserci perchè è in gioco il nostro futuro.
Chiedo: il futuro della Francia o il vostro? Mi rispondo: NO! il nostro. La domanda è servita per capire se sono in presenza di patrioti o dimostranti di piazza. Gente richiamata solo dal momento di ribellione collettivo.
Altro quesito: perchè tanti danneggiamenti pubblici? Risposta: non siamo noi a incendiare e rompere, ma la polizia che ci attacca.
La risposta è che la Polizia, attaccando i dimostranti, provoca delle reazioni e quindi i connessi danni.
Su quest’ultimo aspetto, ovvero che i danni derivino dalle cariche della Polizia ne prendo atto, ma non condivido assolutamente.
Altra domanda: pare che i rischi di manifestare si stiano alzando, ne vale la pena? Risposta: se ci togli questo impegno del sabato sai che noia tornare al non saper cosa fare!
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