Home STORIAStoria attuale Gilet gialli in un’analisi sociologica sulla crisi della modernità

Gilet gialli in un’analisi sociologica sulla crisi della modernità

by Giovanni Carlini
2 comments

Gilet gialli come sana espressione di partecipazione alla vita sociale e politica ma con forme discutibili. Questa è la sintesi già scritta in precedenti studi qui pubblicati. Ora un passo oltre: perchè si è giunti a tanto?

In realtà su quel “tanto”, in termini di reazione non c’è contestazione. Una Nazione mal diretta come la Francia e ovviamente l’Italia, motiva e giustifica un modello “gilet gialli”.

Esattamente per evitare che anche in Italia si verifichi altrettanto, il Di Maio si muove a favore di quelli francesi. Una sorta di gioco d’anticipo per non subire la stessa sorte.

Qui, adesso, però la domanda è diversa: perchè manifestare sfasciando tutto? Perchè incendi e danni nel contestare la linea del governo?

Nel caso le diverse manifestazioni dei gilet fossero state pacifiche non ci sarebbe questo studio. Il tutto rientrerebbe nella normale dinamica politica d’opposizione. E’ la voglia e il piacere-gusto di sfasciare che accende l’interesse della sociologia della devianza.

Passando dalla naturale e corretta protesta allo sciacallaggio e danneggiamento ci si chiede il perchè. Il rischio di fare di tutta un’erba un fascio è comunque altissimo.

La protesta in Francia si allarga a macchia d’olio cogliendo tutte le componenti della società francese. I sindacati, gli insegnati, operai e così via. E’ come un’infezione sociale contagiosa che coglie i diversi corpi sociali della Nazione.

Da quanto qui scritto pare di leggere tra le righe una netta opposizione al concetto stesso di protesta. E’ vero, ma non del tutto.

La protesta è sana quando non rappresenta contagio o isteria come danneggiamento civile. Apprezzo il concetto di protesta per costruire una società migliore, pur facendo cadere un Governo.

La netta sensazione che si riceve dalla vicenda gilet gialli francese pare però frutto della noia. Una sofferenza da non partecipazione che si scatena ora “lì” e poi “qua”.

Nonostante il marchio di fabbrica della reazione alla noia sul “movimento” questa gente attiva delle reazioni reali. Come a dire, stanno giocando ai “grandi” e producono fatti concreti. Il riferimento è alla prossima caduta del Governo Macron oggi come di quello italiano fra poco.

IL DETONATORE DELLA CRISI SI CHIAMA NOIA ESISTENZIALE.

Fin qui è tutto chiaro. Ora il punto. Come si cura una patologia di questo tipo? E’ sano sfasciare istericamente tutto per un sano principio?

You may also like

2 comments

Massimo 6 Febbraio 2019 - 21:40

Mah….mi sbaglierò ma il movimento dei gilet gialli durerà poco.

Fin quando si trovano in piazza per far casino, tutto bene, ma quando andranno ( e gia sta succedendo) a scegliere chi li rappresenta ecco che cade il castello (di carte). Infatti tanti, troppi sono quelli che cercano visibilità e si autoproclamano personaggi di spicco del movimento.
Quando si andrà eventualmente alla creazione di un movimento politico, da inserire nelle liste elettorali, la loro “unione” si sfalderà come neve al sole, e si creeranno varie correnti che disperderanno i voti e pertanto la loro forza si dissolverà.
Caduta la spinta, non più coesa del manifestare uniti in piazza, il popolo a sua volta diventerà più critico e la cosa nel breve perderà slancio.
Credo che Macron conti su quello ed aspetta che il cadavere passi lungo la Senna.
Peccato, perchè Macron mi sta sugli ..zebedei,, penso uno dei peggiori presidenti francesi, ma perfettamente in linea con quanto i “potenti della terra” hanno deciso e vorrebbero quindi indirizzare l’Europa verso una deriva pericolosa per il popolo, ma tutto a vantaggio di banche è mega multinazionali.
I test ….?? Grecia, Italia, Spagna.
Ma questo meriterebbe una analisi a parte.

Giovanni Carlini 7 Febbraio 2019 - 9:27

concordo con Lei che ha saputo con magnificenza sintetizzare un concetto condiviso tra noi, ora dobbiamo ragionarci, questa deriva porta a?….

Comments are closed.