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Un furto di ricchezza la delocalizzazione

by Giovanni Carlini
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La delocalizzazione si conferma come un furto di benessere all’Occidente

Ci sono 2 imprenditori. Uno che applica la delocalizzazione che va considerato come un pericolo pubblico quindi va tassato pesantemente per il danno sociale arrecato (disoccupazione). L’altro imprenditore resta nel nostro paese, quindi non applica la delocalizzazione e contribuisce al benessere della Nazione. Questo imprenditore va tutelato e aiutato se, ecco il punto, se applica ricerca e sviluppo tale da introdurre in produzione delle novità tali con le quali chiude il gap di reddito che soffre nel non aver eseguito alcuna delocalizzazione. 

Non sono concetti complessi però si stenta a poterli anche addirittura affermare! La delocalizzazione è un processo d’arricchimento del singolo imprenditore che lucra sul differenziale di prezzo del lavoro, quando re-importa nel suo paese d’origine (Occidente) le merci prodotte nei paesi poveri emergenti (BRICS). Questo soggetto è un pericolo pubblico. In effetti sarebbe diverso quell’imprenditore che pur sviluppando un processo di delocalizzazione produce per quel singolo mercato (Cina, Brasile o altri) cercando di sostenere o spingere il consumo di quei personaggi. In questo caso cambia completamente la considerazione dell’imprenditore che ha demoralizzato. Anche se va rilevato come la globalizzazione non abbia saputo comprendere le esigenze culturali e politiche dei diversi paesi poveri emergenti. In particolare tutti dimenticano come la Cina, ad esempio, sia una dittatura comunista per cui il consumo non è gradito perchè crea le classi sociali, ovvero un contesto umano non compatibile al comunismo. E’ pur vero che in Cina ci sono 200milioni di ricchi e che sono ovviamente tutti iscritti al Partito Comunista Cinese. Le stesse considerazioni valgono per la Russia, il Brasile, il Sud Africa. Resta chiaro che sulla delocalizzazione serve una riflessione per capire cosa sia saggio per la Nazione e quello che invece è un pericolo da tassare pesantemente espellendo dal mercato l’imprenditore incapace di guardare oltre al suo solo guadagno privato. In realtà l’imprenditore ha anche una funzione sociale.

 

Un furto di ricchezza la dlocalizzazione

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